C’é qualche accordo non pubblico dietro ai commi noti che hanno chiuso la vicenda legale tra Creative ed Apple. Questa é la convinzione di Robert Enderle, principale analista di Enderle Group espressa in una intervista a Forbes.
Secondo Enderle l’accordo a prima vista é troppo sfavorevole a Creative per essere logico, specie a confronto con quello che la società mirava ad ottenere. ‘Il loro obbiettivo – dice Enderle – era quello di strappare una fetta di mercato ad iPod, bloccandone le vendite con una ingiunzione del tribunale. Invece in base al patto Apple continuerà a fare profitti e Creative avrà , oltre ai soldi, il dubbio onore di entrare a fare parte dei partner di Apple nel programma ‘Made for iPod’, il che significa in fondo produrre accessori facendosi largo tra una folta concorrenza e pagare il 10% del fatturato ad Apple stessa’. Troppo poco, dice Enderle, per rendere credibile l’accordo così com’é stato pubblicizzato.
‘Penso che Apple abbia offerto a Creative qualche cosa che conferisce loro un vantaggio competitivo – dice Enderle – di che cosa si tratti non lo so’.
A conferma che quanto detto fino a ieri non é tutto, ci sono alcune ambigue dichiarazioni della stessa Creatve che sollecitata in merito ha rifiutato di specificare i dettagli del contratto stipulato con Apple appellandosi alla ‘confidenzialità delle informazioni’
‘Se Creative non ricava qualche cosa in più dall’accordo di quanto noto – dice Forbes – le parole concilianti con cui il Ceo Sim Wong Hoo ha sottolineato la risoluzione della controversia suonerebbero davvero strane. Si tratta infatti dello stesso manager di Creative che aveva lanciato una campagna di marketing da 100 milioni di dollari per sconfiggere l’iPod, definendo il prodotto di Apple peggiore del più sgangerato player di produzione cinese’