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Utente scontento di iPhone 3G fa causa ad Apple

Le lamentele di utenti scontenti di iPhone 3G sono cresciute esponenzialmente su Internet fin dal giorno del lancio, avvenuto l’11 luglio. Apple sta lavorando al problema ma l’ultimo aggiornamento del Firmware 2.0.2 risolve solo parte degli inconvenienti e, per diversi utenti, i grattacapi sono addirittura aumentati dopo l’aggiornamento. Con questa premessa una causa al costruttore, soprattutto negli Stati Uniti, era altamente prevedibile: così è stato. Jessica Alena Smith è la prima cittadina USA e, forse, a livello globale, che ha deciso di citare in tribunale Apple per i problemi di iPhone.

Tra i primi dettagli pubblici relativi alla causa Smith dichiara di essere stata bombardata dalla pubblicità  in cui si sostiene che il nuovo smartphone è “il doppio più veloce a metà  del prezzo” ma i problemi sono arrivati subito dopo l’acquisto. Connessione dati, email e SMS sono risultati inferiori alle aspettative, inoltre iPhone risulta connesso alla rete 3G meno del 25% del tempo, nonostante l’utente viva in una zona perfettamente coperta dalla nuova rete AT&T; infine una quantità  imprecisata di chiamate interrotte. La Smith sa che i problemi da lei riscontrati sono comuni a numerose altre persone e così ha fatto richiesta che la sua causa contro Apple venga promossa a class action. Se questo avverrà  Apple sarà  chiamata a rimborsi e risarcimenti consistenti: la stessa Smith sostiene che migliaia e forse decine di migliaia di utenti potrebbero unirsi nell’eventuale class action generata dalla sua causa.

La Smith dichiara di aver sostenuto danni economici e monetari derivanti dall’acquisto di iPhone, inoltre lo smartphone non offre sulla rete 3G le prestazioni dichiarate da Apple. La querelante chiede che Apple ripari o sostituisca tutti gli iPhone 3G difettosi, richiede inoltre la copertura dei danni più gli interessi e un rimborso monetario infine la copertura delle spese legali. Se tutto questo verrà  trasformato in una class action Cupertino si potrebbe trovare a rimborsare una somma considerevole di denaro. Tra i primi a riportare la notizia ricordiamo Arstechnica.

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