Universal Music non è più in vendita. Vivendi, che ne controlla le sorti attraverso la consociata Universal avrebbe ritirato dal mercato la casa discografica. A sostenere questa tesi è la “Bibbia” della musica, la testata giornalistica Billboard.
Secondo quanto si apprende dal sito (lettura dell’articolo a pagamento) gli ultimi tentativi di cedere la divisione che rappresenta anche la principale etichetta discografica mondiale, avrebbero convinto Vivendi della scarsa remuneratività dell’operazione. Le offerte ricevute, infatti, sarebbero state troppo basse rispetto al valore effettivo di Universal Music e al suo patrimonio in diritti e artisti.
Ricordiamo che tra coloro che avrebbero manifestato interesse per Universal Music ci sarebbe stata anche Apple. Fonti solitamente ben informate sostenevano (con qualche riscontro anche da parte di manager della stessa Universal) che Jobs e i dirigenti della casa discografica si sono incontrati più volte tra marzo ed aprile per verificare le reciproche offerte e richieste. Apple avrebbe desiderato controllare Universal Music per fornire con materiale audio di sua proprietà iTunes Music Store. Successivamente l’interesse per Universal si sarebbe raffreddato sia per l’idea balenata a Vivendi di cedere interamente Universal, sia per il costo complessivo dell’operazione che avrebbe superato i 6 miliardi di dollari.