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Wall Street Journal: ecco perché Apple vuole chip mobile proprietari

Apple sta investendo alacremente in know how e risorse per realizzare internamente processori per i dispositivi mobile e tascabili per evitare di condividere i suoi piani con i concorrenti e fare qualche cosa di realmente innovativo. Ecco, secondo il The Wall Street Journal, la ragione dell’imponente reclutamento di manager esperti in chip e accelerazione 3D.

Il reclutamento degli ingegneri, rivela il giornale finanziario, è in corso da mesi ed è destinato a proseguire anche in quelli che verranno, così come indicano annunci per nuove posizioni pubblicati e profili di ex tecnici e dirigenti di società  direttamente impegnate in processori e memorie. Su Linkedin sito di social networking per professionisti e manager, nota il WSJ, sono già  un centinaio gli esperti di processori che dichiarano di essere in forza ad Apple. Un numero enorme rispetto al passato e che sembra confermare la strategia ipotizzata dal quotidiano.

Secondo il Wall Street Journal Apple si sta attrezzando per arrivare a progettare internamente per i processori e le tecnologie 3D mobile che le permetteranno di realizzare dispositivi innovativi, possibili grazie a componenti di proprietà  che non saranno disponibili per i concorrenti. Questa nuova strategia risulta confermata anche da una affermazione di Steve Jobs in cui il Ceo di Apple dichiarava che per costruire prodotti avanzati non è possibile acquistare chip già  pronti di terze parti. La frase è stata raccolta alcuni mesi fa, prima dell’assenza per malattia, ma che alla luce delle ultime mosse di Apple assume tutt’altra importanza: Cupertino si è resa conto che sono necessarie componenti esclusive per tecnologie innovative e visto che l’impronta caratteristica di Apple è l’innovatività  dei suoi prodotti, comprare quello che è disponibile anche agli altri non è la strada giusta per mantenere facilmente la leadership attuale.

Oltre all’esclusività  delle componenti, un altro fattore che analisti ed esperti indicano fondamentale per Apple è la segretezza. Con tecnologie proprietarie sviluppate all’interno Apple risulterà  molto meno esposta alle indiscrezioni e soprattutto a vere e proprie fughe di notizie che per forza di cose si vengono a creare ogniqualvolta Cupertino è costretta a rivolgersi a società  terze per reperire componenti fondamentali. Alcuni di questi fornitori sono anche concorrenti come nel caso di Samsung che costruisce il processore principale di iPhone ma produce anche telefoni che competono sul mercato con i cellulari Apple. Lanciare un iPhone di nuova generazione senza rendere partecipe qualcuno all’esterno è quasi impossibile, farlo coinvolgendo quello che è un concorrente primario è una sorta di missione suicida.

Così la strategia emersa per la prima volta in occasione dell’acquisizione di PASemi ed è tornata alla ribalta in questi giorni con le due assunzioni degli ingegneri 3D ora appare del tutto chiara anche se non sorprendente.

E’ opportuno notare che in questo complesso quadro di manovre rientra, molto probabilmente, anche l’assunzione del super manager Papermaster, esperto di architetture RISC e sistemi a basso consumo e bassa dissipazione, un profilo di altissimo livello che Cupertino ha fortemente voluto strappandolo ad IBM anche a costo di una pericolosa querelle legale e la cui destinazione a capo del settore dispositivi mobili lascia intuire molto di quale sia l’aspetto tecnologico di maggior evidenza in questo momento per la Mela.

Insomma maggior parte delle multinazionali IT e tecnologiche riducono il personale e ricorrono ai licenziamenti per ridurre i costi, Apple assume. Dopo anni e anni in cui i principali costruttori di computer hanno fatto tutto il possibile per standardizzare ricorrendo a componenti e tecnologie costruite all’esterno, Cupertino inverte la rotta e per il mobile investe milioni di dollari e mesi di tempo per progettare chip internamente. Il progetto non è semplice nemmeno per una realtà  innovativa e originale quale è Apple: secondo le stime degli esperti intervistati dal The Wall Street Journal, per osservare le nuove soluzioni hardware e i chip creati all’interno di Apple occorre attendere almeno il 2010.

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