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WiMax è un fallimento?

Buzz Broadband è il primo operatore australiano ad aver installato una rete WiMax o, per lo meno, ad averci provato. Garth Freeman, ceo dell’azienda, ha infatti definito la tecnologia WiMax come un “disastro”, definendo l’intera esperienza come un “miserabile fallimento. Questi e altri poco lusinghieri aggettivi sono stati riferiti in occasione di una importante conferenza sul WiMax in Bangkok: affermazioni e giudizi che hanno sconvolto non poco il pubblico dei presenti.

Tre sono i punti fondamentali descritti da Freeman.

Il primo riguarda le prestazioni per le trasmissioni in assenza di una linea a vista, vale a dire con antenne posizionate in modo che non esista una linea diretta e visibile tra le due. In questa situazione Freeman ha definito le prestazioni del WiMax “inesistenti” già  a partire da solamente 2 chilometri di distanza.

Il secondo punto che ha portato alla bocciatura della tecnologia WiMax da parte di Buzz Broadband riguarda l’area di copertura domestica sensibilmente inferiore alle aspettative. Sempre secondo il rapporto di Freeman all’interno delle abitazioni o in presenza di ostacoli il segnale decade dopo solamente 400 metri.

Terzo punto, strettamente legato alle scarse prestazioni rilevate in interni, i tempi di latenza incredibilmente elevati pari anche a 1000 millisecondi. Per farci un’idea di questo valore basti sapere che con latenze di circa 1 secondo molte applicazioni Internet diventano inutilizzabili, per esempio le telefonate via Internet.

Proprio le convenienti tariffe delle telefonate via Internet erano state il cavallo di battaglia utilizzato dalla compagnia Buzz Broadband per convincere i potenziali clienti australiani ad abbandonare gli operatori telefonici tradizionali per adottare i servizi resi disponibili grazie al WiMax. Per mantenere le promesse fatte Buzz Broandband ha abbandonato il WiMax adottando la tecnologia CDMA standard che lavora sulla frequenza di 1,9 GHz, oltre alla soluzione DOCSIS con prestazioni fino a 38 Mbps nello spettro dei 3,9 GHz.

Tra le cause del fallimento del WiMax infatti viene indicata proprio l’elevata frequenza assegnata, oltre i 3 GHz, non idonea a superare ostacoli quali le pareti degli edifici. Ricordiamo che il bando per l’assegnazione delle frequenze WiMax utilizzabili in Italia, comprese tra i 3,4 e i 3,6 GHz, si è da poco concluso con aste milionarie.

Il fallimento del WiMax nel progetto australiano Buzz Broadband ha colto di sorpresa non solo i presenti alla conferenza di Bangkok, ma anche numerosi e importanti siti Web dedicati alla tecnologia e all’informatica in generale.
Secondo molti osservatori questo è solamente il primo esempio negativo: altri numerosi ne seguiranno man mano che il WiMax uscirà  dalla fase di prova e sperimentazione per entrare a pieno regime.

Non mancano comunque importanti esempi di reti WiMax già  installate e perfettamente operative inoltre, a supportare questa promettende tecnologia, troviamo da sempre aziende del calibro di Intel che realizza ormai da anni sia i chip da integrare nelle stazioni radio centrali, sia le soluzioni WiMax integrato che nei prossimi mesi vedremo sempre più spesso disponibili di serie in un numero crescente di dispositivi portatili, palmari e portatili compresi.

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