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Wired: “Maya per Mac? Sarà  un fallimento”

Il futuro di Maya su Mac? Fosco, difficile, forse potrebbe esserci perfino non esserci un futuro se non a breve termine, poi la fine.
Le allarmistiche previsioni sulla vicenda di Maya per Mac compaiono oggi sull’edizione on line dell’autorevole Wired. Il giornale “ufficiale” dell’era digitale utilizza una intera pagina web per far sapere al mondo quanto poco logica e condivisibile sia la decisione da parte di Alias|Wavefront di portare verso la nostra piattaforma l’applicazione leader nel mondo del 3D.
Secondo Wired le ragioni per cui ben difficilmente Maya potrà  avere successo nella sua versione per Os X sono molte. La prima è una storica “avversione” degli utenti Mac per le applicazioni per la grafica 3D. Nessuna di esse, dice Wired, é mai diventata una pietra miliare del sistema operativo della Mela.
In secondo luogo uno dei problemi di Maya è il costo. Nessun creativo free lance, nessun grafico in una piccola azienda spenderebbe 7500 dollari per Maya e anche i grandi studi di pubblicità  sono in questo momento propensi ad investire in stazioni di lavoro con una applicazione di questo livello di prezzo unicamente per il 3D, dice Wired. In aggiunta a ciò addestrare una persona all’uso di Maya è altrettanto costoso quasi quando l’acquisto del programma e se questa persona lascia l’azienda si tratta di un danno enorme.
Anche il posizionamento di mercato, sempre secondo Wired, sarebbe sbagliato. Alias|Wavefront sostiene che il target è quello del web design, dove regna in questo momento la crisi più nera e nessuno si sognerebbe di spendere 7500$ per aggiungere grafica 3D ad un sito. Il perchè di un simile riferimento sul mercato Wired lo spiega con la necessità  da parte del produttore di non far sentire folli gli studios di Hollywood che spendono miliardi ogni anno per usare Maya su Silicon Graphics.
In fondo, sostiene il giornale, tra le due parti, Apple e Alias|Wavefront, a beneficiare dell’investimento è solo Cupertino che si può vantare di avere un sistema operativo abbastanza robusto da essere ritenuto adeguato ad una applicazione di quel livello.
“Buon per il Macintosh, d’accordo – conclude pessimisticamente Wired – ma se Maya si ergerà  come un Titano o se affonderà  come il Titanic sarà  presto verificato nelle vendite. Data stimata della scomparsa: estate del 2002”

Se ci e’ concesso criticare l’autorevole rivista possiamo osservare che dai colloqui avuti recentemente con i responsabili italiani del prodotto non ci e’ parso di capire che la vocazione del programma sia unicamente di servire il mondo del web 3D quanto piuttosto di fornire uno strumento potente a tutti coloro che nei campi piu’ svariati necessitano di un software di animazione potente e flessibile: alcune delle utilizzazioni ci sono state segnalate anche dai nostri lettori: nel campo scientifico e della simulazione, nella ricostruzioni di incidenti e nelle perizie, nella simulazione di una sfilata di moda oltre che nei campi ove e’ necessario realizzare dei concept con materiale “dinamico”.

Che poi il ciclo di vita di una applicazione appena arrivata alla prima versione definitiva per Mac, che puo’ viaggiare in parallelo alla corrispondente versione Windows NT (che ovviamente non e’ utilizzata solo per il Web) sia di soli sei mesi ci pare un assoluto controsenso economico.

Per sapere cosa pensa Alias/Wavefront di Maya su X vi invitiamo a leggere questa
nostra intervista realizzata al MacWorl NY.

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