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Apple: mille ingegneri al lavoro sui chip del futuro

Apple ha scommesso molte delle sue carte su processori a basso consumo e con un favorevolissimo rapporto tra potenza e assorbimento di energia considerando questa componente come la chiave del successo non solo di dispositivi da tasca ma di una intera strategia. Questo quanto si deve concludere apprendendo da TechCrunch che Cupertino ha reclutato ben 1000 ingegneri destinandoli allo studio e sviluppo di semiconduttori.

La fonte di TechCrunch non è nota ma si tratterebbe a dar retta al sito che solitamente, pur approcciando le notizie in maniera informale, risulta piuttosto affidabile, di un personaggio della Silicon Valley che ha avuto modo di incontrare Jobs appena dopo le sue dimissioni da amministratore delegato. Nel corso dello scambio di opinioni l’allora già ex CEO di Apple aveva fatto cenno, appunto, a «mille persone al lavoro sull’ingegnerizzazione di chip». Mille persone in un settore che fino a pochi anni fa totalizzava zero dipendenti è un numero altissimo che diventa esorbitante se si considera che Apple è un’azienda che produce computer e non che sviluppa componenti ma soprattutto che ha “solo” 20mila dipendenti in tutto se si escludono i 30mila lavoratori dei negozi. In pratica il 5% dei dipendenti di Apple sta lavorando sui processori.

La ragione di questo investimento è figlia delle scelte strategiche compiute al ritorno di Jobs quando l’azienda ha puntato su innovazione e design. Per restare al vertice in questo ambito che ha dato ad Apple al successo di oggi, processori a basso consumo e costruiti intorno a specifiche uniche per avere la massima integrazione tra hardware e software sono una delle chiavi di volta. Per avere tutto questo Apple non può usare Intel (che è ancora legata all’universo dei PC e sta avendo diverse difficoltà a creare prodotti competitivi nel mobile) né altri produttori di chip come Texas Instruments, Qualcomm, Marvell, Nvidia che sviluppano su scala globale per un grande numero di clienti, né Samsung che sviluppa per sé stessa e che è una concorrente diretta di Apple.

Secondo l’anonimo interlocutore di Jobs in definitiva l’obbiettivo di Apple è quello di avere a disposizione la componente base per  «mettere il computer ovunque»; una volta ridotto il consumo del processore senza incidere in maniera determinante sul suo comsumo e sostituito il disco fisso a piatti magnetici con le SSD non esiste più alcuna limitazione determinata dal fattore di forma e, dunque, neppure nessun limite su che cosa è in grado di integrare un computer.

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