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Apple studia la ricarica wireless tramite router Wi-Fi

Apple sta sperimentando la ricarica wireless a media e lunga distanza sfruttando tecnologie che un giorno potrebbero consentire di ricaricare gli iPhone collegandosi semplicemente a un router Wi-Fi. Lo rivela un brevetto depositato al Patent and Trademark scovato da AppleInsider. Il brevetto è intitolato “Wireless Charging and Communications Systems With Dual-Frequency Patch Antennas” e descrive un metodo per trasferire l’alimentazione a dispositivi elettronici sfruttando frequenze normalmente riservate alla comunicazione dati.

Nelle varie soluzioni proposte, l’invenzione fa riferimento a capacità di trasmissione dell’energia su qualsiasi link wireless, incluse le frequenze dai 700 MHz e dei 2700 MHz usate nelle telecomunicazioni e con le reti Wi-Fi che operano a 2.4 GHz e 5 GHz. Più specificatamente nei documenti si parla di “onde millimetriche” dello standard WiGig a 60GHz, conosciuto notoriamente come 802.11ad. In teoria la proposta potrebbe consentire di ricaricare dispositivi da router Wi-Fi e nodi di commutazione cellulare o segnali satellitari. Similarmente a esistenti tecnologie di ricarica senza fili, il brevetto di Apple per funzionare richiede due dispositivi: trasmittente e ricevente. Ogni dispositivo integra uno o più antenne agganciate a una circuiteria wireless in grado di modulare un segnale e avviare la ricarica induttiva creare un campo magnetico tra i due dispositivi (base e dispositivo) generando energia elettrica tramite la differenza di potenziale e la vibrazione.

ricarica wireless brevetto apple

Apple si dice abbia abbandonato il settore dei router (le basi AirPort) e dispositivi di questo tipo più recenti sfruttano una tecnologia denominata “beamforming” per migliorare ulteriormente le prestazioni wireless, potenziare la forza del segnale ed eliminare i punti morti. Quando le reti wireless furono introdotte per la prima volta, i segnali erano trasmessi in tutte le direzioni simultaneamente (un po’ come lanciare sassi in uno stagno sperando che le onde prodotte raggiungessero i destinatari). Questo approccio è poco efficace ma l’introduzione di più̀ antenne per l’invio e la ricezione e alla tecnologia MIMO (Multiple Input, Multiple Output) ha permesso di definire il processo d’indirizzamento del segnale ai soli dispositivi selezionati. Se si lancia un sasso da una sponda, alcune onde raggiungeranno immediatamente l’obiettivo che si trova sulla sponda opposta, altre invece arriveranno in tempi diversi, con un po’ di ritardo. Nei dispositivi wireless con una sola antenna per l’invio e una sola antenna per la ricezione questo processo degrada il segnale, che arriverà̀ disturbato. Utilizzando invece più̀ antenne e un algoritmo ad hoc, le informazioni che arrivano in un secondo e terzo momento saranno sommate e “aggiunte” a quelle ricevute in prima battuta, comunicando informazioni complete. Aggiungendo infine la possibilità̀ di individuare la posizione del dispositivo di ricezione, potenziare il segnale in quella direzione e ridurre contemporaneamente i livelli di potenza sulle altre, si ottiene il cosiddetto “beamforming”.

Apple propone varie tecniche di questo tipo, parlando di “doppia-polarizzazione”, “doppia frequenza” e antenne “dual patch”, elementi collocati tenendo conto del beam forming. Idee di questo tipo non sono nuove ma Apple anche altre volte, nonostante non sia arrivata prima, ha dimostrato poi di sapere fare scuola. Il brevetto in questione è stato registrato nell’ottobre del 2015 ed è dunque probabile che nei laboratori di Cupertino siano già a una fase sperimentale avanzata. Anche se molti sperano di trovare una soluzione di ricarica wireless a distanza innovativa già in iPhone 8, recenti indizi puntano a una soluzione standard basata sulla tecnologia wireless Qi che richiede il contatto del dispositivo con una base di ricarica.

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