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Apple, addio al Firewire consumer?

Apple ha cominciato a dare l’addio a Firewire? Forse è un po’ presto per dirlo e anche un po’ esagerato, ma l’impressione che, almeno per quanto riguarda l’impiego nel mondo consumer, le cose stiano così sorge dal lancio dei nuovi iPod.
I player con funzionalità  video, infatti, sono completamente privi della compatibilità  con lo standard IEEE 1394 e funzionano, sia in ricarica che in sincronizzazione, solo con USB.

La notizia può essere intesa come il vero punto di svolta di una vicenda iniziata con il lancio della seconda generazione di iPod che introdusse per la prima volta la compatibilità  con lo standard USB, una mosa che venne vista allora come un modo per migliorare la compatibilità  con il mondo Windows dove Firewire non è certo onnipresente come nel mondo Mac.
Successivamente Apple iniziò a virare sempre più verso quest’ultimo sistema di connettività , abbandonando per la prima volta la compatibilità  Firewire con il lancio degli iPod shuffle.
Anche se non mancavano ragioni tecniche ed economiche per questa scelta, già  allora diversi utenti Mac (specie quelli in possesso di macchine più vecchie e prive di USB 2) alzarono qualche protesta e il sospetto che il futuro di Firewire nel player non sarebbe stato così certo. Le prime conferme sono arrivate con il lancio di nano, che via Firewire può solo essere caricato ma non sincronizzato; a mettere il chiodo sulla bara nel rapporto tra IEEE 1394 e iPod è arrivata l’ultima versione, lanciata mercoledì, del lettore che, come shuffle è compatibile solo ed unicamente (per carica e sincronizzazione) con USB.

Attualmente  iPod, è di fatto un dispositivo soltanto USB. Non esiste più alcuna nuova versione del player compatibile per la sincronizzazione con Firewire e, anche se da tempo tutti i Mac sono dotati di USB 2, fa certamente impressione leggere le specifiche che escludono totalmente uno standard che Apple ha di fatto inventato e portato alla popolarità  in diversi campi.

Le ragioni di questa scelta che suscita qualche perplessità  e diversi punti interrogativi, non sono possono essere analizzate in poche righe ma è praticamente certo che per quanto riguarda iPod la decisione sia dettata da ragioni di costi e di semplificazione del supporto. Trattandosi di un dispositivo che ormai ha la maggior parte dei suoi clienti nel mondo Windows e visto che i computer Mac hanno anch’essi tutti la porta USB 2, Apple ha probabilmente ritenuto più conveniente abbandonare uno standard di connettività  che nella sua versione base (400 Mbps) è nominalmente più lento di USB (480 Mbps) e i cui vantaggi (possibilità  di connessioni in cascata) non rappresentano nulla per il mondo dei player.

Se però si spinge lo sguardo un po’ più in là  e si cerca di interpretare il quadro generale che ha condotto a questa scelta, non si può non pensare ai timori, conditi di qualche previsione che sembra materializzarsi proprio con la svolta di iPod, avanzati da alcuni produttori di periferiche ( tra cui James Wiebe di WiebeTech) nei mesi scorsi, secondo i quali l’assedio di altri standard, più popolari nel mondo PC, metteva a rischio il futuro di Firewire riservandolo alla nicchia dei professionisti.

Pensare che l’abbandono di Firewire su iPod possa essere l’inizio della fine per IEEE 1394 è forse azzardato, ma certamente non si può cancellare l’impressione che questa scelta segni, almeno per Apple, l’abbandono della speranza di farne uno standard universale del mondo consumer nel campo informatico. Rinunciare all’uso sul player, un inestimabile cavallo di troia per questo scopo, è un messaggio più che chiaro in questo senso.

Diverso sembra essere il discorso per quel che riguarda l’ambito audio e video, specie quello professionale, dove Apple ha importanti interessi e nel quale Firewire, continua ad essere molto popolare anche per soluzioni di storage portatile e veloce specie grazie alla versione “b” che raggiunge gli 800 Mbps e grazie alla capacità  di essere connesso in cascata.
Il baluardo nel settore dell’home consumer resta il mondo la possibilità  di collegamento delle telecamere digitali in cui la soluzione Apple ha trovato e continua a trovare la principale motivazione dell’inclusione anche sui computer più economici.
E’ da rimarcare però che anche i produttori di terze parti di accessori video come Elgato, Miglia si basino sempre di più sul supporto di digitalizzatori e sintonizzatori che utilizzano l’interfaccia USB2 per reperire più facilmente sul mercato dispositivi (come quelli di Terratec) il più universali possibile.

La prospettiva che pare di intravedere è dunque quella di una Apple (insieme a produttori di device compatibili) che, seguendo il flusso del mercato, giocherà  le carte della connettività  scegliendo i mercati più opportuni per ciascuna delle sue scelte.
Difficile pensare, dunque, che Firewire possa scomparire dai computer di Cupertino: Apple la sosterrà  dove i vantaggi sono evidenti ma è probabile che determinati prodotti possano escluderla, specie nei casi in cui USB rappresenta un’alternativa economica e priva di controindicazioni. In questo contesto diventa difficile prevedere quale sarà  la sorte di Firewire da 1600 Mbps (di cui esistono solo le specifiche sulla carta) e della versione da 3200 Mbps (per ora solo una mera teoria). Pensare però che Apple profonderà  enormi risorse per lanciarli sul mercato sembra essere però una pia illusione.

In un mondo informatico dove gli standard di connettività  veloce (a cominciare da Serial-ATA) fanno a gomitate, è probabile che Cupertino scelta lo stesso approccio speculativo che ha usato per abbandonare i processori PPC e abbracciare Intel. Se esistono soluzioni alternative, economiche, più universali e adattabili alla filosofia informatica del Mac, le si abbraccia, senza preclusioni di sorta, voglia di distinguersi a tutti i costi e guerre di religione fondate su principi, magari nobili, ma che pochi risultati portano in termini di vendita e di successo sul mercato della soluzione globale che Apple offre.

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