Meno trionfalismi, più attenzione ai fatti. Questo l’invito rivolto ai media e al mondo di Internet da parte di mauro Guerrieri, segretario dell’associazione anti-digital divide in un articolo pubblicato in questio giorni dal sito della realtà che si batte contro la discriminazione per l’accesso alla larga banda.
Guerrieri, in particolare, tiene a smorzare gli entusiasmi diffusi dall’osservatorio banda larga che nel suo rapporto annuale, presentato attorno alla metà di luglio, ha dichiarato che alla fine di giugno 2005 il numero di connessioni ad alta velocità in Italia era pari a 5.6 milioni. In realtà , secondo l’articolo, i fatti dicono che questi numeri non sono precisi, specie se si parla di banda larga “reale”. “Nel calcolo * dice il segretario dell’associazione anti digital divide – sono inserite anche le connessioni di tipo a consumo. Questo genere di connessioni hanno una banda di download massima pari a 640 kbit/s, contro i 4 Mbit/s delle connessioni flat, cioè a canone fisso. Ruggiero, a.d di Telecom Italia Wireline, in una sua intervista al Corriere della Sera, di pochi mesi fa dichiarava: “Il 75% dei nostri abbonati adsl ha scelto formule “a consumo”, senza canone fisso. L’altro 25% usa tariffe “flat”, una cifra fissa mensile tutto compreso”. Mantenendo una proporzione simile anche attualmente, ragionando con un opportuno margine di errore, consideriamo solo il 70%, questo comporta che circa 4 milioni di connessioni hanno un picco massimo di velocità pari a 640 kbit/s.” Poiché l’ITU (International Telecommunications Union), nella Raccomandazione I.113 chiarisce che per larga banda si intende la capacità di trasmissione superiore a un accesso primario ISDN, ovvero 1,5 o 2 Mbit/s, questo implica che 4 milioni di connessioni, in Italia, oltre a quelle in modalità analogica o ISDN, non sono affatto a banda larga, contrariamente da quanto è sbandierato dai vari operatori.”
Secondo un calcolo dell’associazione in Italia gli unici abbonamenti a banda larga offerti in Italia sono, in realtà , quelli di Fastweb e quelli che solo da circa 3 mesi sono attivabili, cioè i collegamenti a 4 Mbit/s. “Poiché * dice Guerrieri – prendo spunto dal recente rapporto dell’Unione Europea sulla banda larga solo una connessione a 1-2 megabit al secondo permette giochi online, tele-lavoro, tele-studio, tele-medicina, ed in generale ogni servizio di tele-presenza. Idealmente questi servizi richiedono almeno 1-2 Mbit/s si evince che, con una connessione ADSL a consumo non si può usufruire adeguatamente di nessun servizio a banda larga, cosa che conferma ulteriormente il fatto che è ingannevole affermare che questo genere di connessioni sono invece broadband.
Torniamo quindi con i piedi per terra, l’Italia non è all’apice della tecnologia broadband, nè tantomeno lo è per numero di connessioni, in Italia in realtà , vi sono solo 1.5 milioni di connessioni a banda larga. Dovremmo rimboccarci le maniche * è l’invito di Guerrieri – invece di festeggiare per successi che non abbiamo raggiunto”