Crearlo è costato mezzo miliardo di dollari. E sicuramente sulla rete di casa non vi servirà mai. Questo router appena presentato da Cisco, l’azienda che negli anni Settanta ha raccolto l’eredità di BBN diventando il più importante produttore di tecnologia nel settore dell’indirizzamento dei dati attraverso le reti, si annuncia infatti come il più veloce, il più potente e il più costoso strumento mai costruito per dirigere il traffico su Internet.
Chi vorrà acquistare l’apparecchio, del quale da due anni si parla in ambiente tecnologico con la stessa ansia con la quale gli appassionati di astronomia si preparano al passaggio ravvicinato di Venere (avverrà tra pochi giorni per la prima volta dopo 122 anni), dovrà sborsare un bel po’ di soldi. Sicuramente qualche centinaio di migliaia di dollari, per far ammortizzare a Cisco la spesa investita nello sviluppo: ben mezzo miliardo di dollari. Ma l’acquirente non se ne pentirà , perché l’apparecchio pensato per dare ancor più spinta a Cisco (insidiata da competitor come Juniper Networks) vuole decisamente dominare un mercato che nel primo trimestre di quest’anno valeva 1,8 miliardi di dollari.
Il router monstre, la cui sigla in realtà è banalmente CRS-1, è un apparecchio pensato per gestire un traffico sino a 1,2 terabit al secondo. E la sua vita si svolgerà in un mercato particolare, quello delle compagnie telefoniche con o senza fili, che stanno convertendo le proprie infrastrutture alla gestione dei dati non solo in digitale ma anche con protocolli di tipo VoIP, voice over IP, pensati per le tecnologie alla base di Internet.
La cosa significativa del router di Cisco è che ne possono essere collegati sino a 72, creando un inedito cluster (grappolo) di apparecchi in grado di gestire un traffico di 92 terabit al secondo. Questo permetterà ai carrier telefonici di ottenere la scalabilità necessaria ad ammortizzare un investimento che è decisivo per molti di loro.
La possibilità di gestire in modo più efficiente il traffico di informazioni digitali, siano esse dati puri o portatori di informazioni “vocali” digitalizzate, è necessario per creare quelle reti sempre più ampie ad esempio senza fili verso le quali i gestori stanno tendendo con i servizi di terza e 2.5 generazione.
Tra le altre particolarità del router, il primo utilizzo della nuova interfaccia HFR (Huge Fast Router) con interfaccia ottica da 40 Gigabit al secondo, un nuovo sistema operativo realizzato dalla stessa Cisco (così come per gli altri suoi prodotti di classe enterprise) e un inedito programma di testing che da molti mesi sta coinvolgendo alcuni operatori, tra i quali da segnalare soprattutto gli americani Mci e Sprint.
Una indiscrezione non confermata sul prezzo del router per gli operatori? In rete c’è chi parla di una cifra compresa tra i 450 mila e il milione di dollari.