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Come ti distruggo l’iPod nano senza (quasi) colpo ferire

C’è un detto: se la musica è troppo alta, non è la musica, sei tu che sei troppo vecchio. Forse è così, forse vale per le serate in discoteca, per le notti a tirar tardi, per le “zingarate” con gli amici. Ma ci sono, come sappiamo tutti fin da bambini, cose che vanno al di là  della semplice bravata e possono sforare nel comportamento criminale e pericoloso oppure solo nella patologia di giovani menti andate fuori dal seminato. Quella che state per leggere è una storia che per fortuna appartiene a questo secondo percorso. Ma la fortuna, quella che nessuno si faccia male e che la legge non sia violata, è l’unica, perché sul resto aleggia nero il mantello dell’idiozia.

Immaginate la periferia americana. Non quella degradata ed etnicamente ribollente intorno alle grandi città . No, quella benestante e annoiata degli infiniti “neighborhood”, costruiti da strade sinuose, infinite schiere di villette a due piani, senza centro, senza altri luoghi di aggregazione che un centro commerciale. E’ lì che vive buona parte della popolazione americana più produttiva: da lì la mattina partono fiumi di pendolari diretti magari a lavori prestigiosi ma distanti una, due, talvolta tre ore di auto. Ed è lì che giovani adolescenti vengono su, in camerette sontuose, in cucine luminose con legni chiari e giardini ordinati. E’ lì che, come in una storia di moderno orrore, nasce la nera idiozia.

Del gruppo di Smash Some Stuff non conosciamo in realtà  i componenti, la vera città , il motivo o i background di ciascuno. Lavorano con gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione di tutti: videocamere digitali, collegamenti Internet, possibilità  di registrare domini e ospitare siti, tutto quell’insieme di cose da adolescenti viziati del ceto medio. Quello che alligna nelle loro menti, però, è una struttarata sensazione di malessere esistenziale, una nausea che non ha niente a che spartire con i dolori e le angosce esistenziali degli adolescenti del dopoguerra.

A differenza di altre coetanei più costruttivi, che portano avanti progetti creativi e magari anche destinati al successo, questa pattuglia di quattordici-quindicenni nihilisti lavora per portare avanti un mito solo apparentemente precostituito: la Distruzione dell’Oggetto, lo Sperimentalismo, la Creatività , il Luddismo Relativista. In realtà , mettono più o meno coscientemente a nudo le proprie ansie e il proprio senso di interiore inadeguatezza. In molti un giorno rompono qualcosa; in meno fanno dei danni una smargiassata della quale vantarsi con gli amici; solo molto pochi erigono a sistema un metodo di vita che è l’anticamera del più vieto materialismo. Una nausea, se il lettore vuole perdonare lo sfogo quasi moralistico, confezionata con tutti i crismi della società  dello spettacolo militante.

La notizia in realtà  è quasi microscopica: la banda di giovani di cui sopra ha girato vari video. Ne proponiamo uno, tra quelli che si possono trovare su Internet: la distruzione di un iPod nano messo nel forno a microonde. Ma, come si vede dalla “sigla”, e come una ricerca seppur breve in rete può ampiamente testimoniare oltre agli archivi del loro sito, l’avanguardia del “situazionismo esistenziale destrutturante d’accatto” che esemplificano è articolata nella distruzione anche spettacolare di più di un oggetto di valore emotivo prima ancora che economico. Andare a spezzare un iBook in un Apple store davanti al naso dei commessi e degli avventori del negozio stupefatti, prendere a martellate una Xbox o una Playstation, sfondare un vecchio iMac. Perché?

L’intento moralistico qui presente appare certamente eccessivo a una prima lettura; magari anche se visionerete il video in questione la sensazione di eccesso vi apparirà  palese. Ma se vi addentrerete nella mente oscurata di questi giovani, osservando la maniacalità  e l’energia spese per costruire il sito e testimoniare uno dopo l’altro i vari “attacchi”, non potrete non provare un brivido. E’ il brivido che si sente quando si intravede l’anima instabile di esseri umani come noi, ragazzi giovanissimi che stanno vivendo un’adolescenza straniata. A quel punto capirete che nelle loro teste non tutte le rotelle sono solidamente connesse e girano. Capirete perché vivono un disagio che non è da prendere sottogamba.

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