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Ex capo design di Nokia: ‘€œPrigionieri di economia di scala e burocrazia’€

Adam Greenfield, ex capo design di Nokia, spiega quelli che a suo dire sono stati gli errori di che hanno obbligato l’azienda finlandese allo switch verso Windows Phone 7. Per Greenfield Nokia è stata per troppo tempo ossessionata con l’obiettivo di raggiungere più utenti possibili, focalizzandosi in tecnologie minimi denominatori e dal design “prudente”, mentre aziende quali Apple, Google e HTC potevano spingersi prontamente in direzioni diverse.

“A Espoo l’unico e solo interesse è l’economia di scala” (aumento della produzione e diminuzione del costo medio unitario), scrive Greenfield, “il che generalmente significa dal punto di vista di Nokia, raggiugere decine di milioni di utenti”. Apparentemente ciò sembra giustificabile, ma significa anche che la società non pensa a percorsi innovativi e non tollera sperimentazioni grazie alle quali, invece, altre aziende traggono beneficio”. Greenfield cita l’esempio del sistema di telemetria Sports Tracker di Nokia: a suo dire con caratteristiche migliori rispetto al kit Nike+ iPod di Apple, una nicchia che Nokia non è stata in grado di supportare, abbandonandola al suo destino.

La burocrazia è un altro problema dell’azienda. Similarmente a quanto accade in Microsoft, spesso è necessario che più dirigenti approvino decisioni, rendendo difficoltoso muoversi velocemente. L’azienda non è stata in grado di prevedere il passaggio dei telefoni da sistemi di comunicazione diretta a dispositivi intermedi con i quali accedere a dati; feedback e riscontri indicati ai dirigenti da qualche team, sono annullati da dirigenti di livello successivo. Squadre più piccole sono state spesso lungimiranti e in grado di capire realmente i cambiamenti in atto anche nell’epoca pre-iPhone, ma tutto ciò non è mai stato realmente preso in considerazione.

L’ex sviluppatore ribadisce l’eccessivo concentrarsi di Nokia esclusivamente sull’hardware: la società sa bene come ingegnerizzare un prodotto, ma spesso ha difficoltà nel comprendere come renderlo facile da usare, un problema che comprende anche lo sviluppo del software. Un sistema di pagamento NFC, ad esempio, avrebbe consentito di effettuare con facilità pagamenti nei distributori automatici ma il suo sviluppo è stato rallentato per l’insistenza di voler integrare un SMS di verifica nella remota ipotesi che il telefono fosse rubato. Gli ingegneri non hanno capito che, nella realtà, la facilità d’uso supera i rischi di sicurezza: “L’interazione telefono-oggetti con il sistema di pagamento NFC non è che non funzionava, il tutto, anzi, era stato ingegnerizzato perfettamente; ciò che non sono riusciti a capire è che, per lo meno per transizioni così basse, il solo gesto del tocco è già una delega al consenso e se qualcuno entra fisicamente in contatto con il mio telefono, ho problemi probabilmente più gravi rispetto al pensiero che qualcuno possa compare qualche lattina di coca cola”.

Greenberg non è sicuro che Elop (il nuovo CEO) sia in grado di risolvere la capacità di Nokia di capire i gusti e l’esperienza d’uso degli utenti. L’accordo con Microsoft potrebbe ad ogni modo portare la società a personalizzare la piattaforma (non si deve più concentrare su un intero OS) implementando e migliorando caratteristiche ormai comuni sugli smartphone della concorrenza. Ricordiamo che Nokia ha implementato il multi-touch nel Symbian solo alla fine del 2010, tre anni dopo da quanto fatto da Apple con il suo iPhone. La società è stata altresì lenta anche nell’eliminare difetti di lunga data, come ad esempio, l’impossibilità di cambiare al volo la rete da 3G a WiFi.

 

[A cura di Mauro Notarianni]

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