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Fly me to the Moon, dear Google

google moon

Ricetta per innovare in tre passaggi: si prende qualcosa di nuovo ma già  consolidato, come può essere Google Maps, si aggiunge qualcosa di nuovo e inaspettato, come può essere la conquista della Luna ad opera dell’equipaggio dell’Apollo 11, il venti luglio del 1969, e si crea Google Moon.

Il messaggio sulla home page di Google Moon è proprio questo: “Per celebrare il primo sbarco di uomini sulla Luna, che ha avuto luogo il 20 luglio del 1969, abbiamo messo alcune immagini della Nasa dentro l’interfaccia di Google Maps per aiutarvi a fare la vostra visita al nostro vicino celeste. Buona navigazione lunare.

In tre, rapidi passaggi ecco a voi la nuova prodezza, totalmente inutile (oppure no) di Google. Una prova di forza ma prim’ancora una prova di fantasia. Se in questo sito non si tifasse tutti (criticamente, ma si tifa) per la casa di Cupertino, anziché Macity dopo la giornata di oggi potremmo chiamarlo Googlity. Come altrimenti fare per rendere gli onori alla capacità  di marketing della start-up più di successo su Internet?

Fa bene Microsoft a far causa e combattere con tutti i mezzi contro Google. Fanno bene gli invidiosi a parlarne male, perché la forza schiacciante di quel che fuoriesce dai laboratori di Mountain View è impressionante. In pochi anni Google è passato dalla fase 1, il più veloce motore di ricerca, alla fase 2, brand globale e azienda quotata in Borsa, producendo comunicazione, marketing, innovazione, idee nuove a catena, come non si vedeva da anni nella Silicon Valley e nel resto del mondo tecnologico.

Tim O’Reilly, l’editore di tecnologia americano, ha avuto l’intuizione di capire già  alla fine degli anni Novanta che Google era speciale. Non ha certamente capitalizzato questa sua intuizione da un punto di vista economico (anche se non è detto, bisognerebbe vedere quante azioni possiede, casomai ne avesse comprate e a che prezzo), ma ha cercato di condividerne la portata attraverso i suoi scritti e l’opera editoriale della sua casa editrice. Aveva ragione. Google sta facendo più che innovare: sta facendo cose divertenti. E questo vuol dire dare un valore aggiunto irraggiungibile da tutte quelle aziende che cercano “solo” di innovare. Senza riuscirci proprio perché non sono neanche divertenti nelle loro idee. C’è da imparare.

Ah, quasi ci si dimenticava: c’è anche una sorpresa. Se andate al massimo livello di ingrandimento, scoprirete com’è veramente fatta la superficie lunare vista da vicino…

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