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Gli iPhone che immaginavate, l’Apple che non vi attendevate

Siamo arrivati alla moltiplicazione degli iPhone. Era previsto che dovesse accadere (come era accaduto con gli iPod e come in parte è già accaduto con gli iPad, più altre che seguiranno) ed era previsto che nascessero polemiche. Quel che non ci si sarebbe aspettato era un keynote completamente costruito sui rumors, nel senso che tutte le notizie erano state più o meno anticipate da decine e decine di articoli. Persino il sensore per le impronte digitali è saltato fuori a pochi giorni dalla presentazione. Insomma, su questo la Apple di Tim Cook si dimostra totalmente non paragonabile con quella di Steve Jobs. Eppure gli uomini sono gli stessi al punto che si sarebbe quasi tentati di pensare che siamo di fronte ad una differente strategia governata per far fronte ad un nuovo mondo in cui è necessario tenere viva l’onda e solleticare il palato della gente.

iPhone 5S
Qui si vede meglio la finitura del modello “gold” che assomiglia più – fortunatamente – ad un colore champagne abbinato al bianco

Fuga di notizie o no, gli apparecchi presentati da Apple sono comunque notevoli. In particolare l’iPhone 5S, un vero iPhone agli stereoidi, come avrebbe sempre dovuto essere. Anzi, come non si sarebbe mai immaginato che sarebbe potuto diventare. Il nuovo chip 40 volte più veloce del primo iPhone, con grafica 54 volte più veloce del primo iPhone (e metà di questi miglioramenti si devono solo all’ultimo A7) dimostrano a che punto è arrivata la capacità industriale a tutto tondo di Apple. Solo il chip che consolida i sensori di movimento, bussola, accelerometro e giroscopio, vale un intero mercato del fitness e della salute che va a “chiudere” sulle mostruosità come il Samsung Galaxy Gear (tra parentesi: adesso che Apple non ha presentato il suo smart-watch, come farà Samsung a realizzare la versione 2.0?) e il resto è sempre meglio. Il livello delle finiture quasi annoia  con tutta la perfezione che la tecnologia messa in campo da Apple è in grado di sviluppare. Piacerebbe trovare difetti, ma è quasi impossibile. L’evoluzione del design dell’iPhone 4 (quello “rovinato” dall’Antennagate, ricordate?) regge ancora e i nuovi colori sono stupendi.

Un elemento da sottolineare e che spicca tantissimo, anche in senso letterale perché leggermente convesso anziché concavo, il bottone “home” del nuovi iPhone 5S, con il sensore per le impronte digitali. Colpisce l’innovazione perché ha in sé un seme, un germe molto importante. Potrebbe aprire la via a una piattaforma per la gestione delle identità e dei sistemi di pagamento rivoluzionaria. Che nessuno ha finora provato e che la mole di utenti del sistema iTunes (quindi registrati con tanto di carta di credito) potrebbero trovare geniale, così come lo diventerebbe se un giorno venisse unita al nuovo portachiavi di Mavericks, quello che sta in iCloud e che contiene oltre a password anche carte di credito, permettendo di semplificare mostruosamente i pagamenti online.

Dal vivo la sensazione di solidità di iPhone 5S e anche di iPhone 5c  è notevole. Persino il policarbonato sorprende e sorprende ancora di più l’alluminio satinato e spazzolato e la prima cosa che viene in mente è che siamo di fronte ad altri capolavori del genio di Ive e dei suoi designer. E quanta voglia che abbiamo ancora di provare emozione per questi apparecchi che, con installato iOS 7, sembrano venire da un’altra galassia, con pochissimi punti di contatto con la generazione precedente.

Ora ci piacerebbe anche continuare dicendo che l’iPhone 5C è altrettanto economico quanto è piacevole da toccare e solido al contatto. Ma non è così: venderà sicuramente decine se non centinaia di milioni di esemplari e magari sarà anche più popolare degli altri iPhone,  tuttavia guardandolo dalla nostra riva, appollaiati sullo Stivale, non c’è verso che l’Italia lo percepisca qual è, cioè uno sbarazzino prodotto entry level (oppu

re, ma più impropriamente, low cost), nè che possa contrastare l’esercito degli smartphone Android che invadono tutti i rivenditori di telefonia ammicando a suon di 199 o 299 euro. Da noi lo sfascio economico è tale che non possiamo più permetterci beni di “normale” lusso. I nostri salari, la nostra ricchezza non si adeguano alla crescita europea. Semplicemente questo bell’iPhone colorato e costruito come si deve, non ce lo possiamo permettere; o almeno, chi se lo può permettere in fondo può permettersi anche un iPhone 5S.

iPhone 5C
In mostra le varianti delle cover che contrastano con il colore dello chassis: una serie di combinazioni ovviamente in perfetta sintonia

Ed è forse anche per questo che l’Italia, secondo paese europeo per contratti di telefonia cellulare, uno dei non molti al mondo con più SIM attivate di quanti sono i suoi abitanti, centenari e poppanti inclusi, è fuori dal lotto delle prime nazioni al mondo che riceveranno gli iPhone 5c e anche iPhone 5s. È per questo regresso della ricchezza ma anche per i costi che ha commercializzare un prodotto come questo in Italia che rende tutto più difficile tra IVA che crescerà e balzelli sulla copia “prevista” per i dispositivi con memoria digitale, una logistica da paese sottosviluppato, per non parlare di un mercato della telefonia che misteriosamente fa costare in questo paese povero (o povero paese), gli iPhone 50 euro più che nella vicina e più ricca Francia. La situazione è tale che non capiremo l’iPhone 5C e forse non compreremo neppure l’iPhone 5s, perché destinati a paesi che stanno meglio di noi, come la Cina, il Brasile, l’India, quelli che hanno speranze economiche per il futuro insomma, e che non combattono battaglie di retroguardia.

Oltre che quel che succede in Italia ci ha fatto riflettere in questa serata qualche cosa di più specificatamente legato all’evento, alla sua strategia e al ritmo degli annunci.

Chi scrive si trova ancora a Berlino dove la stampa europea ha potuto seguire sul maxischermo in diretta l’evento di Cupertino e poi toccare con mano i prodotti accanto a colleghi giornalisti di tutta Europa, veterani di eventi Apple con i quali si sono condivisi momenti storici e momenti tristissimi, soprattutto sul finire del cammino di Steve Jobs. L’opinione comune era di spaesamento. Le cose che presenta Apple sono molto belle, bellissime, ma quasi in controtendenza con il resto del mercato. Apple, osservava un giornalista, corre su un binario che dai tempi di Steve Jobs non è cambiato. Ma sembra quasi che nessuno stia guidando, nessuno sia in grado di cambiare direzione all’occorrenza. La fortuna, sinora, è che la concorrenza non pare essere in grado, di nuocere. Anche se, osservava qualcun altro, tutta la presentazione di Apple e i suoi prodotti paiono costruiti per combattere un nemico molto chiaro: la coppia Microsoft-Nokia, perché di Google-Samsung non c’è niente da dire, lo scarto è troppo. In tutti i sensi che potete immaginare.

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