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Google assume il papà  di Internet, Vinton Cerf

Lo stile californiano che caratterizza la storia dell’informatica fa un passo avanti. Google lascia annunciare al suo nuovo impiegato, come al solito sul blog aziendale, che si è unito al gruppo. E Vinton Cerf, il sessantaduenne “padre” di Internet per il suo ruolo nello sviluppo del protocollo standard Tcp e Ip alla base della rete, mostra subito di aver capito lo spirito e lo stile dell’azienda di Mountain View.

“E’ uscita la notizia che io mi unirò a partire dal 3 di ottobre a Google come Capo Evangelista di Internet (avevo provato a chiedere “Arciduca”, ma non ha funzionato)”, scrive Cerf. Il ruolo di “evangelist”, per quanto particolare possa apparire, è in realtà  una pratica diffusa da alcuni anni tra le aziende statunitensi soprattutto nel settore della tecnologia. Anzi, fu proprio Apple con Guy Kawasaki a introdurre l’idea di “Apple Evangelist”, cioè di uomo-immagine il cui ruolo è quello di “portare la novella” aziendale, per rimanere nella metafora, convertendo aziende e clienti ai prodotti. Kawasaki riuscì con la sua bravura e il suo carisma, ad esempio, a fare in modo che il lancio dei Mac non andasse a vuoto, convincendo una per una decine di software-house a scrivere programmi non più per il popolarissimo Apple II ma per il nuovo e misterioso computer di Cupertino.

Il ruolo di Cerf, ancora non chiarito, sarà  comunque di tutto rilievo, dato che si trasformerà  in “uomo-immagine” di Google, mettendo la sua reputazione a disposizione di quella del motore di ricerca di Mountain View che recentemente è stato oggetto di una campagna molto dura sulla stampa americana per la sua eccezionale crescita che l’ha portato ad essere definito “la nuova Microsoft”, certamente non intendendo fare in questo modo i complimenti all’azienda fondata da due ex studenti di Stanford, Larry Page e Sergey Brin.

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