Mentre il mondo è con la testa china sul display del proprio smartphone alla ricerca dello sfuggente Pikachu, Khaled Akil ha problemi ben diversi. Colpito dal successo di Pokémon Go, il gioco che per diversi giorni ha dominato anche i primi titoli nelle pagine dei giornali togliendo voce alle notizie della Siria, l’artista siriano ha deciso di affiancare le creature immaginarie di Nintendo alla triste realtà della vita nel paese dilaniato dalla guerra.
«Ho voluto miscelare i due mondi per mostrare al mondo come sarebbe andare a caccia di Pokémon tra le macerie, visto che il gioco sta attirando l’attenzione più delle atrocità che vengono commesse ogni giorno nel paese» ha raccontato in una email riportata da CNet.
Fa uno strano effetto vedere un ragazzo che spinge la bicicletta tra le macerie che un tempo erano il suo quartiere mentre viene accompagnato da Vaporeon, così come dovrebbe far riflettere il triste Pikachu che vede fuggire un ragazzino da un’auto in fiamme o il Clauncher che spunta dalla tubatura di una fogna mentre alcuni bambini sullo sfondo fanno il bagno in una pozza di acqua sporca. E’ la realtà di un paese devastato dalla guerra, un luogo da cui 4,7 milioni di cittadini sono fuggiti in altri paesi mentre più di 6 milioni sono rifugiati intorno ai confini: al momento altri 13 milioni sono ancora in attesa di assistenza da parte del governo siriano.
Mentre noi siamo qui ad acchiapparli tutti, i siriani stanno combattendo per la sopravvivenza in una delle guerre più sanguinose della storia, ma Akil vuole essere chiaro: l’intenzione non è quella di incolpare chi ha tempo e modo di giocare a Pokémon Go quanto esclusivamente quella di attirare l’attenzione sulla dura realtà della vita di tutti i giorni nel suo paese d’origine.
