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Haxie, le trasformazioni profonde di Mac OS X: Label X e Windowshade.

“Haxie, questo nome non mi è nuovo!” – avrebbe detto il Principe De Curtis, se solo avesse potuto interessarsi alle tematiche dei moderni Sistemi Operativi di casa Apple.
Con questo “neologismo informatico”, coniato dalla software house Unsanity, fantasiosa unione delle parole “hack” e “Mac OS X”, si intende un programma in grado di modificare profondamente l’aspetto del Sistema, ripristinando funzionalità  perdute od aggiungendone di nuove.

Funzionalità  perdute, come nel caso delle Classi, le etichette colorate utili ad una migliore identificazione o classificazione degli elementi, disperse col passaggio dal Mac OS tradizionale ad OS X o come nel caso del “Minimize-In-Place”, favoleggiata funzione di una build di Jaguar, poi eliminata per non rompere la coerenza dell’interfaccia utente.
Proprio come in passato, alcune delle manchevolezze della casa madre sono progressivamente “coperte” da industriosi programmatori indipendenti, autori di pregevolissimi shareware, anche se dispettosamente, a Cupertino, più volte hanno pescato ad ampie mani tra quelle buone idee, inglobando funzioni e caratteristiche nei loro prodotti ufficialmente targati con una colorata melina morsicata.
Ma onore al merito vanno comunque tributati a quelli di Unsanity ed ad altri come loro, che non sordi alle richieste degli utenti, mille volte ci hanno sorpreso con piccoli gioielli di programmazione.Persone che si preoccupano di scrivere codice efficace, perché utenti essi stessi; codice anche efficiente, poco ingombrante, modulare e non obesi softwaracci, simili nelle dimensioni, magari a coloro che li programmano.

Label X: tremate, tremate, le classi son tornate!

Per chi non potesse o non volesse aspettare il futuro Panther, è possibile riottenere la comodità  di “evidenziare” con colori diversi elementi e cartelle del proprio Sistema.
Avendo intuito, già  molti mesi fa, che una tra le richieste più inviate ai canali di feedback di Cupertino fosse quella relativa alla reintroduzione delle classi in OS X, caratteristica ancor oggi unica nel settore dei Sistemi Operativi, alla Unsanity hanno appunto creato “Label X”, che riporta in toto le opzioni del Mac OS tradizionale.

Spendere molte parole a riguardo è decisamente superfluo per coloro i quali sono utilizzatori di Macintosh da anni. Per tutti gli altri che sono stati sedotti dallo “switch” in tempi recenti e non hanno avuto modo di vivere un capitolo intenso della storia del Mac, diremo brevemente che si riguadagna la possibilità  di applicare un insieme di colori agli elementi, secondo un nostro particolare criterio. Viene aggiunto anche l’ordinamento in base all’etichetta (o label), potendo così individuare con facilità  dei raggruppamenti.
Particolarità  interessantissima di Label X è quella di conservare l’informazione relativa al colore anche utilizzando gli stessi file sotto OS 9; in tal modo, gli insiemi di elementi “Classificati” con un Sistema, rimarranno tali anche riavviando dall’altro lato.

Labels X necessita di un passaggio preliminare per il suo funzionamento, ovvero l’installazione di un modulo universale definito “Application Enhancer”. Si tratta, come anticipato nelle righe precedenti, di un vero e proprio blocco di codice modulare, riutilizzabile facilmente per programmare altri Haxies. Informazioni specifiche sulla struttura dell’Application Enhancer, possono essere trovate sulla pagina web che la casa gli dedica. L’efficacia di questo espediente programmativo è tale che anche altri produttori hanno deciso di sfruttare le comodità  dell’Application Enhancer, tra i quali citiamo solo i creatori del celebre iChatUSBCam: la modifica per far riconoscere anche le webcam USB al nuovo iChat AV.

L’installazione vera e propria non è dissimile da tante altre: una serie di opzioni da preselezionare e la richiesta della password da amministratore di Sistema per completare il processo. Vengono evidenziate in maniera precisa le aggiunte al sistema, per cui decidendo di non volere più l’opzione delle Classi attiva è possibile rimuovere i singoli pezzi a mano oppure, in alternativa lasciar fare agli automatismi dell’uninstaller.
Noi abbiamo usato questo Haxie (effettivamente, chiamarlo “patch” sarebbe stato estremamente riduttivo) per settimane, senza soffrire di alcun problema riconducibile ad esso.
In ogni caso, se non volessimo regolarizzare il pagamento della programma, al termine del periodo di prova di 15 giorni, nessun fastidioso reminder apparirà  sui nostri schermi, annoiandoci ed intimandoci di pagare la quota shareware. Semplicemente verranno “dimenticate” le indicazioni aggiuntive relative alle classi, e tutti i nostri elementi evidenziati torneranno ad assumere il tradizionale uniforme colore assegnato dall’interfaccia Aqua.

Attualmente, la versione più recente disponibile è la 1.5 che, rispetto alle precedenti, mette a disposizione nuove scorciatioie di tasti per l’assegnazione delle Classi ed un comando apposito, richiamabile dal Terminale, ben commentato nell’accluso ReadMe. Il tutto per soli 10 dollari ed 1.4 MB di download ottenibile da qui.

WindowShade X: barre, trasparenze e più

Ancora ispirato ad una caratteristica del Mac OS tradizionale è WindowShade, che riporta in vita la possibilità  di contrarre la finestra attiva nella sola barra del titolo. Comodità  non da poco, specialmente per le macchine con scheda grafica non più recente, le quali soffrono del continuo volteggiare delle Quartz-finestre con l’effetto Genio selezionato. Considerando, inoltre, che il tasto di minimizzazione fa impiegare qualche frazione di secondo alla finestra, perché sparisca nel Dock e viceversa, in certi casi sarebbe preferibile un sistema come WindowShade che annulli questi ritardi, complici dell’interruzione della continuità  del lavoro e fonti di possibili distrazione.

In realtà , questo portentoso software fa molto di più, proponendo, con una combinazione vastissima di controlli, anche di “minimizzare-sul-posto (e sul momento)” una finestra attiva, rimpicciolendola sul Desktop oppure di rendere trasparente la finestra sulla quale si sta lavorando, per vedere quello accade sullo sfondo senza aprire-chiudere-spostare.

La procedura di installazione è simile a quanto precedentemente detto: si necessita dell’Application Enhancer prima di proseguire, poi tutto avanza come consueto.
Il ReadMe accluso si dilunga nella spiegazione di tutti i controlli disponibili che vanno dal settaggio delle ombreggiature alla gradazione della trasparenza per le finestre, nonché a tutti i possibili comportamenti richiamabili con combinazioni di tasti o di click.
Il livello di personalizzazione è così elevato da aver previsto anche la possibilità  di non far attivare WindowShade con determinate applicazioni dall’interfaccia particolarmente “sensibile”, anche ciò selezionabile dall’appropriato pannello di controllo.

Analogamente a Label X, anche con questo haxie ci vengono offerti 15 giorni di prova gratuita, al termine dei quali il programma smetterà  di funzionare silenziosamente, se non verrà  versata la minima la quota shareware di 10 $.
L’ultimo WindowShade disponibile (il 3.0) si ottiene direttamente dal sito web di Unsanity al costo di un download assai contenuto di 1.8 MB.

Qualche utente più smaliziato, dopo aver letto fin qui, potrebbe esprimere delle riserve sull’intervento così a basso livello all’interno del System, con l’aggiunta di elementi estranei potenzialmente conflittuali. In risposta a tali legittimi dubbi è apparso, proprio in questi giorni su MacFixit, un articolo che spiega come l’Application Enhancer giri al livello delle altre applicazioni cosicché non possa interferire in profondità  con la stabilità  del Sistema. Inoltre il periodo di testing di questi haxie è stato lunghissimo (dell’ordine dell’anno e mezzo circa), in modo da offrire un prodotto privo di bug: ma per queste ed altre considerazioni vi invogliamo a leggere l’articolo originale citato.

Se, in ultimo, avete delle idee particolari ed originali che vorreste fossero implementate in OS X, e dai feedback direttamente ad Apple non vi si da’ soddisfazione alcuna, sappiate che i programmatori di Unsanity vi invitano ad esprimerle sul loro Blog, insieme ai commenti di altri utenti.

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