EMI è certa che dal prossimo anno Apple modificherà l’attuale politica delle canzoni a prezzo fisso, introducendo costi diversi a seconda del brano acquistato. A pronunciarsi in questo senso è Alain Levy, a capo della casa di produzione, una delle ‘quattro sorelle’ che controllano il mercato della musica, durante una conferenza stampa a Londra.
Secondo Levy ‘la scelta di Apple è pressoché certa’ in quanto EMI avrebbe avuto colloqui con Cupertino che ha fatto sapere di essere orientata in questo senso. ‘D’altra parte – ha detto il CEO della casa discografica – è ormai opinione comune che si debba procedere verso una struttura a prezzo variabile. L’unico elemento di discussione è quando questo avverrà ‘.
L’introduzione di prezzi diversi, fissati per fascia, delle canzoni è uno dei fattori che creano (o forse si dovrebbe ora dire, creavano?) frizione tra Apple e le case discografiche. Cupertino ha sempre sostenuto che il prezzo fisso per tutti i brani facilita l’acquisto e incentiva l’uso dello strumento del download da siti legali; i discografici, lamentando un calo dei profitti e la necessità di sostenere con le vendite degli artisti maggiori le spese di pubblicazione dei cantanti ‘minori’, pressano da vicino Jobs per modificare questa politica. Proprio in conseguenza di questa divergenza Sony/BMG e Warner non vendono loro brani via iTunes in Giappone e Australia, ovvero gli ultimi due negozi aperti da Apple.
Nonostante EMI, che tra tutte le case discografiche è forse la meno rigida su questo aspetto, non fissi una data precisa per il cambio di schema di prezzo, è pressoché certo che se dovesse essere realmente applicato questo accadrebbe la prossima primavera, quando scadono i contratti attuali stipulati tra Apple e i suoi partner.