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iTunes, per l’Irlanda si tratta per il Giappone problemi seri

L’€™incremento del numero dei paesi dove iTunes Music Store è attivo ha portato la musica di Apple in tutti i paesi dell’€™UE, o meglio, dell’€™area Euro. Esclusi sono infatti la Svezia e la Danimarca, due nazioni che pur facendo parte a pieno titolo dell’€™Unione non hanno adottato la moneta comune, una scelta che di certo ha influito sulla decisione di escluderle anche da questa seconda tornata.

Ma tra i paesi che non hanno accesso ai servizi di iTunes ce n’€™è anche uno, la repubblica d’€™Irlanda, che invece non solo fa parte dell’€™UE ma usa anche l’€™euro. In molti si sono chiesti quali siano state le ragioni di questa originale esclusione che colpisce non solo la ‘€œcasa’€ di Apple in Europa (la sede centrale è a Cork) ma anche, curiosamente, il mercato del paese d’€™origine degli U2.

Ad avanzare una spiegazione è Macworld UK secondo cui le ragioni sarebbero squisitamente burocratiche e derivano da un contrasto con la Irish Music Right Organization (IMRO). La negoziazione con l’€™associazione che è il corrispettivo della SIAE Italiana non sarebbe stata portata a termine in tempo, di qui la decisione di differire l’€™apertura del negozio irlandese.

La conferma che l’€™esclusione non è avvenuta per altre ragioni che non quelle meramente burocratiche arriva dalla PPI (Phonographic Performance Ireland, l’€™associazione dei discografici irlandesi) i quali confermano l’€™esistenza di una trattativa ancora in corso nel giorno di martedì. Nonostante la PPI affermi che anche le ultime difficoltà  siano state superate, i responsabili delle comunicazioni della IMRO non sono di questo parere e parlano di colloqui ancora in corso.

Oltre all’€™Irlanda mancano all’€™appello tra i paesi più avanzati dal punto di vista tecnologico il Canada, il Giappone e l’€™Australia.

Il negozio del paese nord americano ha già  una data o meglio, un mese fissato per l’€™apertura, si tratta di novembre, come annunciato da Jobs. Problemi più consistenti, seppure di natura diversa, si stagliano invece all’€™orizzonte per il Giappone.

Nel paese del sol levante sono le case discografiche, che considerano il sistema DRM di Apple troppo tollerante, ad opporre resistenza al lancio del negozio. Tra le richieste delle case discografiche anche costi molto più elevati di quelli praticati a livello mondiale da iTunes e che Apple non considera accettabili.

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