ISTAT, sempre un passo indietro.

Quando le lampadine ad incandescenza la facevano da padrone nelle case di chiunque, cosa potevate trovare nel paniere dell’ISTAT? Le candele.
Ora, nell’ultima ricognizione dei prezzi al consumo dell’Istituto, la lista delle voci che compongono la struttura statistica è mutata.
Sparisce, ad insindacabile giudizio delle menti dei piani alti dell’ISTAT, la voce “canone di abbonamento per il collegamento ad internet”, per fare spazio al “pesce spada” che, siamo pronti a scommetterci, in molti attendevano con ansia nell’elenco dei prodotti del paniere…
Ma al di là  delle scelte varrebbe forse la pena di spiegare a chi prende queste decisioni che gli abbonamenti gratuiti al web esistono da poco meno di un lustro e che invece da non molto si vede un ritorno alle spese per avere dei servizi di livello. Ovunque si legge del dilagare degli abbonamenti ADSL e perfino di quelli a fibra ottica. Questi dopo la prematura morte degli abbonamenti flat su linee analogiche tradizionali restano le soluzioni più affidabili per chi ha bisogno di qualità  del collegamento.
La tendenza è quindi quella di tornare a far pagare gli utenti della rete mentre scompare progressivamente, o se non altro si riduce la rilevanza, del “gratis” su Internet. C’è perfino chi è pronto a scommettere che tra qualche mese saranno saranno pochi i servizi ottenibili gratuitamente. I maligni sono legittimati a pensare che allora, con ardita decisione e spirito modernista, l’ISTAT penserà  invece di sostituire il “pesce spada” con il “floppy disk”. In quel momento non potremo non ricordare che da quando le candele sono sparite dal paniere ISTAT, queste sono tornate di gran moda, colorate, grandi, piccole, profumate…