Khronos Group, consorzio di produttori hardware e software noto per OpenGL, OpenCL, WebGL e altre tecnologie, ha avviato un’iniziativa per definire uno standard aperto, royalty-free, utilizzabile da più produttori per l’accesso ai moderni dispositivi per la Realtà Virtuale (VR).
“La rapida crescita del mercato della realtà virtuale”, si legge in un comunicato, “ha portato alla frammentazione della piattaforma, obbligando applicazioni e motori grafici a essere convertiti e personalizzati per più runtime VR, richiedendo per l’uso driver di interfaccia multipli per l’uso con sensori e display”. “Tale frammentazione rallenta l’accesso generalizzato a convincenti esperienze VR, comportando spese aggiuntive per gli sviluppatori che desiderano supportare dispositivi VR multipli, ostacolando l’adozione di tecnologie con interfacce innovative”.
L’idea del gruppo è uno standard aperto e multi-piattaforma in grado di facilitare lo sviluppo, sulla falsariga di quanto fatto dal consorzio con le API Vulkan, con API per il tracking di visori, controller e altri oggetti. Sarebbe in questo modo possibile portare le applicazioni verso qualsiasi sistema VR conforme, migliorando significativamente l’esperienza utente, oltre a disporre di più contenuti per tutti.
L’idea del Khronos Group sembra essere stata accolta con favore dai principali big del settore, inclusi nomi quali Google, Intel, Nvidia, Oculus, Valve ed Epic Games; anche John Carmack (CTO di Oculus VR) sembra entusiasta dell’iniziativa. L’unico grande nome di rilievo assente è Sony: a settembre di quest’anno ha annunciato che finora sono state vendute 47.4 milioni di console PS4 in tutto il mondo; probabilmente vuole spingere il suo sistema PlayStation VR e non ha interesse ad appoggiare potenziali concorrenti . Apple non appare nei nomi dei big interessati benché da tempo si vociferi di un suo interessamento al settore, indiscrezioni corroborate da vari brevetti specifici individuati nei mesi passati.
