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La Cina vuole il codice sorgente di chi vende servizi alle banche

Il governo cinese ha stabilito delle regole secondo le quali le aziende tecnologiche che vendono computer e altri dispositivi alle banche del paese dovranno accettare di fare ispezionare il codice sorgente di sistemi operativi, servizi e applicazioni varie. L’operazione servirebbe a rendere entro il 2019 “sicure e controllabili” le istituzioni finanziarie ma non è del tutto chiaro con questi termini cosa si intenda. Qualche giorno addietro intanto Apple avrebbe accettato di fare ispezionare il codice sorgente dei suoi sistemi, rispondendo a quanti lo scorso anno nel paese parlavano di potenziali minacce alla sicurezza integrate nel sistema operativo di iPad e iPhone.

Apple ha sempre spiegato che non raccoglie in alcun modo i dati dei suoi clienti ma le rassicurazione della Mela non devono essere sembrate sufficienti per il governo cinese e Apple avrebbe pertanto accettato di far ispezionare il codice sorgente di OS X e iOS da parte delle autorità della nazione al fine di fugare qualsiasi dubbio e continuare a vendere prodotti sul mercato più grande del mondo.

Reuters spiega che le società che vorranno vendere computer e altri dispositivi alle banche dovranno aprire centri di ricerca e sviluppo in Cina, gli impiegati che lavorano su apparecchi tecnologici ottenere specifici permessi per operare su questi e i fornitori integrare “porte” che consentano ai funzionari cinesi di gestire e monitorare i dati elaborati dall’hardware venduto. Da tempo è attivo nel paese un forte protezionismo, che oppone barriere a prodotti e tecnologie sostenute dallo Stato, con sempre maggiori ostilità nei confronti di servizi, software e hardware che provengono dall’estero.

Nel caso di Apple, più che per possibili vendite di dispositivi e soluzioni di Cupertino per uffici ed enti governativi, la disponibilità ai controlli richiesti dal governo sembra indispensabile per poter avviare Apple Pay anche in Cina. Sarà interessante osservare invece come la multinazionale della Mela affronterà le richieste di inserire porte e backdoor nei propri sistemi in Cina, pratica da sempre esclusa con forza da portavoce e dirigenti di Cupertino quando si trattava delle richieste avanzate dalla NSA e altre agenzie di sicurezza USA.

Ban dispositivi Apple in Cina

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