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Le analisi e le prospettive di Apple nel documento 10-K

Anno fiscale terminato in settembre e consueta ricapitolazione dei dati entro fine anno con il documento uifficiale richiesto dall’ente di controllo di borsa USA.

Molti dati erano stati svelati in occasione della conferenza di metà  ottobre ma spulciando le 93 pagine del documento “10-K” (1,3 MB) di Apple dovuto alla SEC, si leggono altri importanti particolari che rendono l’idea di cosa è accaduto nell’ultimo anno fiscale e cosa potrebbe accadere in futuro per i bilanci societari di Apple.

L’anno fiscale di Apple termina l’ultimo sabato di settembre: al 5 dicembre 2003, l’azienda aveva emesso 367.734.960 azioni, il valore delle azioni AAPL conteggiate il 29 marzo equivaleva a 4.479.669.616 dollari.

Fino al 27 settembre 2003 Apple ha accresciuto le proprie vendite generali dell’8% rispetto al 2002 incamerando 465 milioni dollari ma contemporaneamente le vendite dei Mac è calata del 3% rispetto all’anno prima portando ad un risultato finale circa 3 milioni di unità .

Sebbene gli USA siano il mercato geograficamente più grande per Apple, il 58% delle vendite nette per l’anno fiscale 2003 arriva da fuori degli Stati Uniti.

In Europa le vendite nette di Apple hanno aumentato la loro quota del 5% nel 2003, con un introito di 58 milioni di dollari in più rispetto al 2002.
I Mac venduti sono però calati del 5% rispetto all’anno precedente.
Nel Vecchio Continente sono stati deboli gli iMac, iBook e PowerMac, mentre la vendita di PowerBook è aumentata del 48% o 100 milioni di dollari, rispetto al 2002.

Il mercato education negli USA ha rappresentato per Apple, nel 2003, il 18% delle vendite totali. Apple continua ad investire nel settore education e PowerSchool è costata in sviluppo circa 6 milioni di dollari nel 2003i.

Lo store online di Apple ha venduto “direttamente o indirettamente” merce per 2,9 miliardi dollari nel 2003, mentre nel 2002 aveva fatturato 2,4 miliardi di dollari e nel 2001, 2 miliardi di dollari.

I margini di guadagno totali nel 2003 sono stati del 27,5% contro il 17,9% del 2002 e il 23% del 2001.

Sono stati completamente dismessi gli investimenti societari in EarthLink (2 milioni di dollari netti guadagnati) ed ARM (295.000 dollari netti guadagnati) mentre le azioni di Akamai stanno seguendo la stessa sorte (8 milioni di dollari netti guadagnati) e resta in possesso di Apple una parte equivalente a circa 5 milioni di dollari.

La liquidità  aziendale è sempre più cospicua: nelle casse di Cupertino per il 2003 si contano 4.566.000.000 di dollari contro i 4.337.000.000 del 2002 e 4.336.000.000 del 2001. Il cash flow del 2003 equivale a 289 milioni di dollari, nel 2002 erano 89 i milioni e 185 milioni nel 2001.

La lista completa di tutti i fornitori/assemblatori che Apple utilizza è la seguente: Agere Systems, Ambit Microsystems, ASUSTeK, ATI Technologies, Broadcom, Compal, Hon Hai Precision Industry, IBM, International Display Technology, Inventec Appliances, LG.Philips, Matsushita, Mitsubishi Electric, Motorola, nVidia, Quanta Computer, Samsung Electronics, Synaptics e Toshiba.

Ad un primo sguardo non vediamo elencata, ad esempio, Sony che, come ben sappiamo, ha fornito una certa quantità  di SuperDrive per alcuni iMac, ma probabilmente si tratta di una fornitura occasionale e non destinata a ripetersi visto l’abbandono imminente da parte di Sony della produzione di masterizzatori DVD

Nel 2004 l’azienda si attende un rincaro delle spedizioni aeree dei PowerMac G5 e altri prodotti, questo inciderà  (per la sua parte) negativamente sul bilancio futuro.

La Ricerca & Sviluppo per Apple ha contato nel 2003 per 471 milioni di dollari, una cifra in costante crescita per un’azienda che innova come Apple, nel 2002 aveva investito 446 milioni di dollari e nel 2001, 430 milioni di dollari. 471 milioni di dollari equivalgono all’8% del totale delle vendite nette nel 2003, nel 2000 era il 5%.

Lo sviluppo del Mac OS X 10.0 è costato ad Apple 5,4 milioni di dollari; Mac OS X 10.2 Jaguar è costato 13,3 milioni di dollari; Mac OS X 10.3 Panther è costato 14,7 milioni di dollari.

Gli investimenti pubblicitari di Apple sono decisamente calati negli anni: dai 261 milioni di dollari spesi nel 2001 si è passati a 209 milioni di dollari nel 2002 e infine a 193 milioni di dollari nel 2003.

Per quel che riguarda il passato (e non il futuro, speriamo, ndr) nel documento di Apple si rimarca la spiacevole situazione degli ultimi anni: “le forniture ad Apple, per adeguate quantità  di sempre più potenti processori PowerPC (in termini di clock), non hanno soddisfatto le necessità  aziendali e questo ha influito negativamente sui risultati fiscali”.

Fabbriche, stabili e uffici direttamente posseduti da Apple sono localizzati a Cupertino, California (283.000 metri quadrati), Sacramento, California (229.000 metri quadrati) e Cork, Irlanda (107.000 metri quadrati). Gli altri stabili di Apple in tutto il mondo sono in affitto, al 27 settembre, coprivano una superficie totale di circa 975.000 metri quadrati, di cui 164.000 metri quadrati di AppleStore Retail. Altri spazi in possesso di Apple, fuori dagli USA, misurano circa 52.000 metri quadrati.

Oltre alle già  citate sedi di Cupertino, Sacramento e Cork, Apple elenca location per l’assemblaggio dei propri computer nei seguenti stati: Cina, Corea, Olanda e Repubblica Ceca, Taiwan oltre a Fremont e Fullerton in California. Per i portatili di Apple vengono sfruttate location di terze parti in Cina, Giappone e Taiwan.

Apple e le sue sussidiarie contano un totale di 10.912 impiegati, ai quali si aggiungono 2.654 collaboratori temporanei.

Attualmente sono quindici i procedimenti legali che vedono nelle aule di tribunale Apple e/o i suoi top manager contro varie aziende o privati che hanno intentato causa.
Tra queste si evidenzia il processo londinese “Apple Corps Ltd contro Apple Computer Inc” e quello californiano “Apple Computer Inc contro Apple Corps Ltd”, ovvero il problema che è nato con iTunes Music Store e il vecchio accordo del 1991 con la casa discografica dei Beatles, Apple, appunto. Le altre cause si stanno discutendo/si discuteranno in Texas (1), Massachusetts (1), California (9), Delaware (1), New Jersey (1) e New York (1).

Quanto ad iTunes Music Store, si rimarca la volontarietà  di estendere il servizio oltre gli USA, alle stesse o simili condizioni raggiunte nel paese dove è unicamente attivo adesso. Apple ha stipulato con le case discografiche contratti per le licenze musicali a breve termine e non è in grado di assicurare automatici rinnovi a condizioni economiche similari/accettabili da parte di queste terze parti… tra l’altro ormai tutte impegnate in analoghe operazioni di vendita di musica digitale per proprio conto.

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