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McDonald’s e Wi-Fi, un progetto grande come gli USA

In attesa che siano firmati tutti i contratti di roaming tra i vari operatori dominanti in alcune aree degli Stati Uniti, in attesa che i nostri legislatori riflettano meglio sulla obbligatorietà  dei dati fiscali per un semplice accesso al web, in attesa che vengano abbandonate fuorvianti tecnologie non compatibili con la gran parte dell’installato, in attesa di tutto questo, c’è chi porta avanti rapidamente la diffusione su larga scala delle WLAN pubbliche.

Il caso è sempre quello dei fast food di McDonald’s e, se la globalizzazione qualcosa di buono potrebbe portare, ciò significa che prima o poi l’accesso al web da un ristorante della grande M gialla possa costituire la più popolare porta d’ingresso di chiunque a Internet, in tutti i 119 paesi serviti.

Come vi abbiamo più volte raccontato, e ultimamente illustrato con una prova pratica a New York City, il gigante della ristorazione immediata stava “servendo”, inizialmente in un piccolo gruppo di punti vendita McDonald’s e in modalità  sperimentale, anche il Wi-Fi a chiunque si fosse seduto ad uno dei tavoli del ristorante.

Il successo della fase sperimentale deve aver convinto i manager di Chicago (dove ha la casa madre) che il l’iniziativa è in grado di attirare clientela e dunque si passa alla fase due: la commercializzazione del servizio.

Dopo i contratti iniziali con Cometa per l’area di New York, dopo quelli con Wayport per la California e non solo (che portano il totale parziale a circa settantacinque ristoranti-wireless), ora McDonald’s si allea a Toshiba nell’area degli stati diIllinois e Winsconsin. Ad usufruire del servizio saranno i clienti di 12 ristoranti di Chicago città , 44 nella periferia e 5 a Milwaukee per un piano di estensione a circa un centinaio di ristoranti.

In occasione di una italica manifestazione sul WLAN avevamo raccolto qualche mese fa gli intenti di uno dei leader del mobile computing: Toshiba, il cui progetto dichiarato era quello di raggiungere i 18.000 punti d’accesso in USA e 10.000 in Europa entro la metà  del 2004. Quello che era inizialmente l’ “Hotspot Access” si è ora tramutato nel servizio commerciale “SurfHere“, sempre in partnership commerciale con Intel il cui Centrino, il processore con funzioni wireless, è attualmente uno dei prodotti di punta della società  di Santa Clara.

McDonald’s e SurfHere sono già  operativi in sessanta dei sopracitati cento ristoranti previsti nell’area; per farne uso per un’ora si pagano 5 dollari mente per 24 ore continuate, 8 dollari. Sono previste anche tariffe settimanali da 20 dollari o mensili da 40 dollari. L’acquisto del coupon si effettua alla cassa del ristorante o sul sito di SurfHere aprendo un accunt usando una delle maggiori carte di credito.

Ma da subito e fino al 28 settembre chi acquista da McDonald’s una “premium salad” o un “meal extra value” riceverà  un accesso gratuito di un’ora e potrà  partecipare a concorsi che regalano PC e PDA di Toshiba.

“La nazione diventa sempre più mobile, la domanda di punti di accesso wirless è in fenomenale crescita” è stata la dichiarazione di John Marston, direttore dello sviluppo di business alla Toshiba CSG.

Seguiamo con interesse l’esperimento sperando che, cancellando la differenza dei “ricchi” menu USA rispetto a quelli locali, italiani ed europei, McDonald’s, possa portare anche a noi il Wi-Fi, magari contribuendo a snellire una legislazione poco agile e ancora miope.

Il “portale” per tutte le info è sempre quello di McD Wireless.

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