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Microsoft e UE ai ferri corti

Microsoft ai ferri corti con la commissione Europea. L’€™UE nel corso della giornata di oggi ha infatti definito come ‘€œinaccettabili’€ le proposte avanzate da Redmond sul comitato di controllo per la verifica dell’€™applicazione delle norme stabilite in conseguenza della violazione delle normative antitrust.

Secondo quanto riferisce il portavoce Jonathan Todd, Microsoft desidererebbe avere una sorta di ‘€œdiritto di veto sugli elementi sottoposti all’€™esame della commissione di controllo’€. Se Microsoft non accetterà  le regole dettate dalla UE, la commissione verrà  imposta d’€™autorità  entro la fine d’€™aprile. Se Redmond dovesse ulteriormente sfidare le disposizioni della Comunità  correrebbe il rischio di vedersi sanzionata per il 5% del suo fatturato giornaliero, ovvero 5 milioni di dollari ogni 24 ore trascorse senza adempiere alle richieste.

Microsoft ha negato di avere avanzato proposte non in linea con le direttive della UE facendo a sua volta sapere alla stampa che ‘€œtutte le proposte inoltrate sono conformi con le decisioni assunte dall’€™Unione’€. Una risposta formale è prevista per l’€™11 aprile.

Quello di oggi non è il primo momento di contrasto tra Commissione e Microsoft. La scorsa settimana i rappresentanti dell’€™Antritrust avevano fatto sapere che la società  delle finestre non aveva ancora avanzato proposte accettabili per andare incontro alla richiesta di modifica del suo sistema operativo così che esso possa funzionare con gli OS server della concorrenza allo stesso modo con cui funziona con il suo Windows Server.

Anche in quel frangente Microsoft aveva respinto le accuse, sostenendo che le sue azioni erano in linea con le richieste dell’€™Unione.

Infine solo ieri RealNetworks aveva avanzato denunciato presunte inadempienze di Microsoft nel rilascio della versione di Windows prima di Media Player, una delle disposizioni chiave della sentenza dell’€™UE. Secondo il consigliere legale di RealNetworks il Windows senza WMP avrebbe subito delle modifiche tali da rendere alcune applicazioni (come Word) inutilizzabili con i player della concorrenza.

Microsoft aveva ammesso il problema sostenendo però di avere notificato per tempo alla commissione che la rimozione di 186 file di Media Player avrebbe potuto provocare vari problemi.

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