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Microsoft fuori dall’azionariato Apple.

Microsoft ha liquidato le azioni Apple in suo possesso.
La decisione sarebbe già  stata presa in seno alla società  di Redmond e il passo avvenuto qualche tempo fa.
A sostenerlo un giornale solitamente molto ben informato su vita, morte e miracoli delle aziende della Silicon Valley e del mondo informatico in genere, ovvero il San Josè Mercury Times.
La notizia compare nel bel mezzo di un articolo che illustra con dovizia di particolari i rapporti diretti tra Apple e la MBU, la Macintosh Business Unit di Microsoft, e tutte le vicende intercorse da due delle società  più rappresentative al mondo nel settore dell’IT.
La liquidazione delle azioni Apple in possesso di Microsoft forse non si può definire la fine di un’era ma è sicuramente qualche cosa di rilevante se non a livello simbolico.
I titoli erano in possesso di Redmond dal lontano 1997 quando, apparendo in diretta via satellite ad un MacWorld di Boston, Gates siglò di fatto la pace con Jobs. Giungevano al termine una serie di vicende molto complesse e controverse che opposero a volte anche molto duramente, a volte anche di fronte ad una corte di giustizia, Apple e Microsoft. Per comprendere come il confronto giunse a vertici oggi inimmaginabili basterà  leggere qualche volume o magari vedere un “riassunto” in film come “Pirates of Silicon Valley – The story of how modern-day visionaries Bill Gates and Steve Jobs changed the world“, trasmesso recentemente anche da Tele+
A quel MacWorld Microsoft annunciò un investimento da 150 milioni di dollari società  in azioni AAPL, soldi che più volte bastarono all’insorgere di leggende metropolitane secondo cui fu proprio Microsoft a salvare Cupertino. In realtà  come i nostri lettori sanno quello che si vide a Boston in realtà  era solo la punta di un iceberg di cui svelare la mole e i contorni fu ed è troppo complesso, forse impossibile. Basti dire che in seguito a quell’accordo Apple fece cadere ogni causa pendente nei confronti Microsoft e ottenne il rilascio di varie versione di Office mentre Bill Gates in cambio ebbe IE su tutti i Mac venduti. Molti altri accordi, più o meno segreti, non si appresero allora e non li possiamo sapere oggi.
Tornando ai 150 milioni di dollari si comprende come la liquidazione delle quote, avvenuta secondo gli accordi del 1997 senza alcun profitto azionario per Microsoft, accennata quasi di sfuggita, sia per molti versi un momento rilevante che segna una svolta nei rapporti tra Microsoft e Apple.
Si cancella un vincolo, quanto formale e quanto effettivo non possiamo saperlo, che affonda le sue radici in un’era remota e in vicende che ci appaiono offuscate dal tempo.

D’ora in avanti le vicende tra i due colossi informatici non dovranno e non potranno più essere lette con l’ottica furbetta e distorstiva di chi insinuava che Gates, in fondo, rilascia software per Mac solo per fare un favore a se stesso o per rispettare qualche accordo segreto.
D’ora in avanti sarà  difficile mettere in dubbio che la MBU, l’unità  di sofware Mac alla Microsoft, opererà  per produrre profitti, il che fino ad oggi pare proprio sia accaduto: Office per Mac dalla versione 98 è stato venduto in 4 milioni copie, 30 milioni di dollari dovrebbero giungere da Office v.X.
Questo forse non basterà  a rilasciare una nuova versione di Pirates of the Silicon Valley con una nuova scena finale e a cancellare la didascalia un po’ maliziosa, ma dovrebbe essere un elemento di valutazione piuttosto influente per capire meglio quello che accade nel mondo Mac.

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