Il ricordo è ancora vivido: una serata passata alcuni mesi fa a Milano, in un teatro illustre come il nuovo Zelig. Protagonista: Riccardo Rossi e il suo spettacolo, realizzato insieme agli amici di sempre del gruppo “Assolo, Fabio Di Iorio e Cristiano D’Alisera. L’emozione è ancora forte: un’ora e mezzo insieme a “Per fortuna che c’è Riccardo”, lo spettacolo che… Ma andiamo con ordine, partiamo dal principio.
Corso Sempione, sede della Rai Radiotelevisione Italiana, quinto piano, 24 marzo 2006. In una redazione (che pare più un bugigattolo in cui convivono quattro gruppi di lavoro di quattro programmi diversi in 12 metri quadri) irrompe un ciclone. Riccardo Rossi è un vulcanico one-man-show, un attore brillante, un genio del monologo, in grado di tenere per quasi due ore nel palmo della sua mano il pubblico del teatro. Lo spettacolo con il quale lo fa è semplicemente geniale: “Per fortuna che c’è Riccardo” è un assolo che ripercorre i capitoli delle più importanti scoperte dell’umanità (secondo lui…) a partire dalla scoperta degli accordi musicali all’invenzione dei computer di Apple, dall’uccisione di John Lennon alla morte assurda di Caravaggio, dall’avventura dell’uomo sulla luna sino (anche) alla vita di Giorgio Armani e di Michael Jackson.
Un vero turbine, una serie di gag una via l’altra, tenute insieme non solo dalla verve dell’attore ma anche dalla solidità , divertimento e intelligenza del testo, unito a una scena semplice ma arricchita da effetti e trovate di regia di tutto rilievo. Però, lo spettacolo (che ha girato tutta l’Italia e che adesso è ritornato sino al 26 novembre al teatro Parioli di Roma, a cui si sono appena aggiunte a grande richiesta tre date straordinarie: 8, 9 e 10 dicembre) non è solo divertente: è anche in parte un tributo ad Apple ed alla genialità di Steve Jobs degna di un appassionato “doc” (oltre che di un lettore di Macity, of course).
Torniamo a quel pomeriggio invernale di Corso Sempione: il turbine Riccardo Rossi, allora ospite del programma radio pomeridiano Condor di Luca Sofri (qui la puntata imperdibile) è letteralmente trasformato dalla vista dei PowerBook d’ordinanza della redazione: 12 pollici per il conduttore e 15 pollici per il suo assistente. L’estro del consumato attore si trasforma in passione ancor più genuina, toccando e saltando letteralmente sopra i computer per festeggiare l’emozione di essere “tra amici”, compagni di Mac, utenti come lui.
Come perdere allora l’invito ad andare a seguire lo spettacolo, la sera dopo allo Zelig? Detto fatto: la sorpresa è strabiliante, la performance assolutamente valida e maiuscola. Lo spettacolo infatti è divertente, brillante e coinvolgente. Alla fine, rimane solo il desiderio di invitare gli altri appassionati Mac che ne abbiano la possibilità ad andare a vederlo. Fateci caso: è raro per un sito di tecnologia come il nostro recensire ed invitare il pubblico ad andare a teatro, ma questa volta – ve lo garantiamo – ne vale la pena. Qui sotto, un assaggio che si trova su YouTube: attenzione, però. Dopo che l’avrete visto non potrete più resistere…
