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Recensione Andoer OBO cavalletto/monopiede in fibra di carbonio

Chi viaggia tanto per divertimento o per lavoro si trova spesso ad affrontare la difficile scelta dell’attrezzatura fotografica da portarsi appresso: un monopiede pesante e stabile? Un cavalletto versatile ma ingombrante? Quanto peso mi viene concesso dalla compagnia area o quanto spazio ho realmente a disposizione nelle mie borse?

Un cavalletto da viaggio dovrebbe essere allo stesso tempo leggero e comodo ma non dovrebbe farci rinunciare alla stabilità e alla versatilità. E così dovendo scegliere tra la marea di proposte rintracciabili sui cavalletti di produzione Cinese disponibili su Amazon abbiamo optato per questo TS 360C di Andoer Obo (93 euro su Amazon) che in realtà viene venduto con sigle alquanto diverse ma è riconoscibile per diversi fattori: ha una testa ruotabile a 360° con rotazione, attacco rapido e messa in bolla con pure la bussola, un piede che una volta svitato diventa un monopiede, una finitura in uno strano colore oro-verdino e, sopratutto, un peso ridottissimo (vista la conclamata realizzazione in carbonio) che è stato il nostro primo criterio di scelta.

andoer obo

La confezione

Il cavalletto arriva a casa nella classica confezione in cartone di amazon, un po’ acciaccata e con un cartone ulteriore interno che contiene a sua volta una sacca e infine il cavalletto corredato da un piccolo manuale di istruzioni in un misto anglo-cinese un po’ difficile da interpretare. In un bustina sono contenute alcune brugole per eventuali serraggi e manutenzione.

Fortunatamente il manuale serve a poco se non a ricordarci che è bene non lasciare il cavalletto in auto esposto ad un forte sole: le gambe a sezione circolare potrebbero deformarsi e impedire la chiusura o copertura.

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Dobbiamo dire che all’arrivo del cavalletto abbiamo avuto 2 impressioni positive ed una negativa: le due positive corrispondono allo stupore di vedere un oggetto che da chiuso era veramente compatto e alla valutazione effettiva del peso estramente ridotto. L’impressione negativa era quella legata all’odore un po’ sgradevole che proveniva dalla sacca di trasporto e in parte anche dal rivestimento del monopiede. E’ un’odore tipico di alcune lavorazioni made in Cina ma dobbiamo dire che sul monopiede è scomparso dopo un giorno mentre la sacca lasciata all’aria aperta per 3 giorni ha perso qualsiasi proprietà di maleodoranza.

Tornando al cavalletto vero e proprio: le gambe sono realizzate con un tubolare in carbonio di sezione circolare minima di  2,5 cm e il serraggio avviene con la rotazione di 4 ghiere dalla buona presa. I gommini in fondo sono ben solidi e corposi e sono avvitati con un vitone di grossa sezione.

 

Il corpo centrale del cavalletto a cui sono collegati i treppiedi sembra molto solido e permette la rotazione di 180° dei piedi stessi: questi mantengono la loro angolazione attraverso un blocco/sblocco di facile manovrabilità e che assicura un stabile posizionamento anche con una struttura senza tiranti di stabilizzazione come questa. Dei 3 piedi uno ha una finitura leggermente diversa visto che è svitabile dall’aggancio alla struttura ed ha una fascia per il grip nella parte alta: è il monopiede staccabile che, grazie al piedino molto stabile, alla possibilità di montare (una volta svitata anche questa) la testa panoramica, aggiunge versatilità al cavalletto.

Il porta-testa e la testa

Al centro del cavalletto abbiamo nella parte inferiore un gancio girevole-estraibile a cui potremmo appendere borsa o accessori durante un appostamento anche per conferire un po’ più di stabilita mentre nella parte superiore c’è una simpatica bussola, dalle dimensioni invero un po’ ridotte che ci permetterà di stabilire un riferimento per eventuali foto a 360 gradi.

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La regolazione del posizionamento andrà fatto a testa smontata perchè questa una volta inserita copre quasi interamente la piccola finestrella circolare. Il corpo centrale ha una vite di regolazione attraverso cui è possibile variare di qualche centimentro l’altezza della testa stessa grazie ad un ulteriore tubolare in carbonio.

La testa ha una parte centrale sferica e diverse viti di regolazione che permettono di fissare la rotazione nel piano con una gradazione ottimale per le foto a 360 gradi e di mettere in bolla la testa prima di inserire la macchina fotografica. Quest’ultima, una volta attaccata al fondo la piastra ad attacco rapido potrà essere agevolmente posizionata sulla slitta nella parte superiore e potremo procedere ai nostri scatti.

Al lavoro

In queste settimane abbiamo utilizzato il cavalletto Andoer OBO in diverse occasioni di ripresa: reportage a manifestazioni, foto panoramiche con lunghe sessioni e molteplici scatti, prove in studio e riprese occasionali di spettacolini teatrali e possiamo dare un giudizio a tutto campo del cavalletto.

La prima buona impressione sulla compattezza e leggerezza è stata ampiamente confermata dall’uso sul campo: il cavalletto, appeso alla nostra borsa monospalla per la fotocamera è diventato ormai un compagno fisso e poco ingombrante, una concetto impensabile fino a poco tempo fa per un quello che è un treppiede full-function.

La versatilità per riprese a 360 gradi anche con fotocamere dedicate è impagabile e per certe riprese particolari gli abbiamo abbinato una prolunga realizzata con un selfie stick avente nella parte inferiore un attacco da 1/4” che portava l’altezza complessiva a 2.50 metri da terra.

Il monopiede come abbiamo detto è particolarmente comodo e versatile grazie alla sua leggerezza: l’unico problema potrebbe essere la ridotta altezza che non riesce a portare lo schermo della fotocamera all’altezza dell’occhio e si adatta a riprese da seduto (appostamenti per bird-watching) e con fotocamere con schermo orientabile.

In funzionalità treppiede la testa arriva ad una altezza di 150-155 cm ed è abbastanza comoda per qualsiasi tipo di ripresa: dobbiamo dire che abbiamo anche usato il cavalleto con le tre gambe allungate e chiuse come una sorta di comodo monopiede ultrastabile e di altezza comoda per qualsiasi scatto.

La colonna centrale è pure removibile e si può usare sotto-sopra per interessanti scatti al livello del terreno (o del tavolo) o per macro ultrastabili grazie anche alla versatilità e alla ridotta lunghezza dei segmenti del treppiede.

Per quanto riguarda il peso che è in grado di supportare: abbiamo usato il cavalletto con delle DLSR e zoom di una buona estensione senza problemi con obbiettivi paragonabili ad uno zoom 80×200: con ottiche più pesanti è consigliabile non estendere la colonna centrale alla sua massima altezza. Per l’uso in modalità verticale dell’inquadratura occorre prestare attenzione all’effettivo serraggio della testa sferica e posizionarlo dalla parte opposta a quella dell’avvitamento.

L’attacco veloce è molto comodo e la regolazione della vite da 1/4” con la chiave ruotabile è immediata e non vi costringe ad usare le solite introvabili monetine: la vite esterna stringe la slitta e offre una stabilità valutabile direttamente.

La messa in bolla non è così immediata e richiede parecchia pratica e una buona vista date le ridotte dimensioni delle bolle stesse ma può essere un buon aiuto per riprese panoramiche occasionali come quelle che si presuppone possano capitare in un viaggio.

Conclusioni

Alla fine non possiamo che dirci soddisfatti del treppiede Andoer OBO in esame soprattutto se acquistato come un accessorio da viaggio e da uso “istantaneo”: in questo caso il nostro obiettivo non sarà l’estrema stabilità o il supporto di grossi carichi ma la prontezza all’uso in qualsiasi condizione e la possibilità di portarlo sempre con se nella dotazione di base del nostro corredo fotografico.

Pro

– Compattissimo e leggero senza gravare sulla stabilità generale
– versatilità degli attacchi e dei posizionamenti della testa
– Eccellente rapporto prezzo-prestazioni

Contro

– Estensione del monopiede ridotta.

Prezzo al pubblico

Il cavalletto è disponibile a 93 Euro circa Iva compresa su Amazon.

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