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Razer DeathAdder Elite, in prova il mouse a filo della nuova generazione

Era lo scorso settembre quando per la prima volta che qui a Macitynet parlavamo del DeathAdder Elite di Razer, ma solo adesso possiamo davvero raccontarvi di com’è questo nuovo mouse, probabilmente il primo di una nuova generazione che, si spera, vedranno la luce (perlomeno in Razer).

Nuova generazione perché la tecnologia intrinseca all’interno di questo DeathAdder Elite è molto importante e promette una seconda giovinezza per un settore che, purtroppo, ha visto negli ultimi anni innovazioni perlopiù estetiche e di comunicazione (come il passaggio dal filo al wireless) senza per questo offrire migliorie ulteriori rispetto quello dell’usabilità. D’altra parte, Razer ha l’innovazione nel DNA, come dimostra anche la recente acquisizione di Nextbit.

Razer DeathAdder Elite

Razer DeathAdder Elite, la recensione

La scatola e tutto il necessario

La prima novità invece che mostra questo mouse è una nuova costruzione dei pulsanti del clic, adesso realizzati da Omron, azienda leader nel settore dell’ingegneria e dei processi automatizzati: la nuova tecnica costruttiva dei pulsanti garantisce una maggiore precisione, espansa anche alla nuova rotellina (fisica), più precisa delle precedenti.

Alla prova dei fatti possiamo dire che la sensazione è che il clic sembra lo stesso, nel senso che se paragonato ad altri prodotti Razer come Mamba (che ha una categoria superiore) oppure il Naga Hex v2 (tempestivamente più vicino) il feeling non cambia, tuttavia abbiamo percepito una maggiore sicurezza e un minor numero di click involontari, fattore abbastanza importante in tutte le occasioni, non solo nei giochi, ambiente per il quale il mouse è stato progettato.

Oltre a questo, i tasti sono garantiti per 50 milioni di clic, che per un utente normale corrispondono a circa 320 anni di utilizzo (qualche cosa meno della metà per un giocatore medio, circa un terzo per un giocatore professionista): su questo ci dobbiamo fidare, non abbiamo avuto modo di eseguire prove concrete su lassi di tempo così elevati, anche se siamo sicuri che la vita reale ed operativa di u mouse ad oggi non supera i quattro o cinque anni.

Razer DeathAdder Elite

DeathAdder Elite, il mouse 5G

Ma la tecnologia in questo mouse è lungi dall’essere legata ai soli tasti: appena sotto la scocca, risiede un sensore 5G in grado di catturare i movimenti ad una risoluzione di 16.000 DPI (regolabili, al pari del Mamba). Per fare un confronto si pensi che moltissimi mouse avanzati, incluso il Magic Mouse di Apple, non superano i 3.000) con un riconoscimento attivo di ben 450 pollici al secondo.

Questi valori nella realtà rendono il movimento del mouse l’esatta estensione del braccio, in morbidezza quanto in precisione: benché Razer sia un marchio pensato per i videogiochi, noi abbiamo apprezzato la morbidezza in moltissimi fattori, dal disegno in Illustrator ai ritocchi in Photoshop, in alcuni ritocchi di filmati con iMovie sino alla gestione di diversi computer tramite una connessione remota (una procedura tutt’altro che facile, perché in quel caso diverse risoluzioni convogliano in una e il sensore del mouse a quel punto opera su una risoluzione virtualizzata).

Razer DeathAdder Elite

Chi scrive ha provato diversi mouse, ben più di quanti ne abbia recensiti, ma non ha paura di ammettere che questo mouse, nell’uso congiunto con il tappetino Gigantus (di cui parliamo più sotto) è probabilmente il migliore sino ad ora, per precisione di movimento che per quello che riguarda il piacere d’utilizzo, anche maggiore di nomi più blasonati come il Razer Mamba (che però ha funzioni qui assenti, come la possibilità di essere usato in wireless, dato che il DeathAdder Elite funziona solo a filo).

Ultima caratteristica degna di nota è l’illuminazione Chroma, oramai un marchio di fabbrica di Razer, che nel DeathAdder Elite di traduce in una serie di LED che illuminano il marchio sul dorso e la rotella in vari colori e modalità. L’illuminazione è, come negli altri casi, controllabile tramite i driver Synapse.

 

DeathAdder Elite, al di la delle novità

Nella recensione del mouse, nel catalogo di Razer identificato come fascia media, abbiamo deciso di partire dalle novità perché effettivamente sono la parte più importante in una revisione che non vede molte differenze estetiche rispetto alla versione precedente (ancora a listino), ciò però non toglie che come tutti i prodotti Razer si tratti di un device costruito con tutte le (maniacali) attenzioni.

Fuori dalla scatola fa piacere trovare la lettera di presentazione di Razer che vi avverte che la scelta per un mouse di questo tipo è quella che impedisce di tornare indietro (“Congratulation, there is no turning back”) e allo stesso modo si fa apprezzare per i piccoli grandi dettagli, dalla scritta impressa sul connettore USB al portacavo removibile, sino al cavo USB-A vero e proprio, realizzato in tessuto intrecciato per evitare i nodi quando messo in borsa.

Razer DeathAdder Elite

Si tratta di un prodotto pensato in modo diretto per chi pratica gli eSport (su Mac in effetti poco praticati, seppure le opportunità non manchino), e proprio per questo attento a tutta una serie di caratteristiche che faranno felici anche utenti meno esigenti (come il Polling Rate a 1000 Hz, capace quindi di un dialogo fatto di mille collegamenti al secondo con il computer) mentre proprio per questo è stata scelta la connessione USB che da un lato offre maggiore sicurezza, ma dall’altro propone la presenza di un filo che per alcuni utenti Mac è un (infelice) retaggio del passato.

Sottolineiamo anche la cura della forma esteriore: i pulsanti sono sempre alti (come tutti i mouse Razer) nella parte anteriore, per meglio appoggiare le dita, e la forma è perfettamente sagomata non per seguire la mano ma per offrire un giusto posizionamento, che sappia offrire un riposo e uno stimolo all’uso. Pur non essendo un mouse ambidestro, non è scomodo neppure se usato con la sinistra (anche se tende  pendere un po’ da un lato).

Chiudiamo la descrizione delle caratteristiche con una citazione ai driver Synapse, sempre precisi: dalla consolle è possibile comandare praticamente tutto, dall’illuminazione alla precisione, dall’utilizzo che si vuole fare dei 7 pulsanti (più due diverse assegnazioni facoltative per i movimenti della rotella), anche specifici per App, all’uso delle Macro, particolarmente utili negli shooter o negli strategici sino alla calibrazione del tipo di tappetino, nel caso della nostra recensione con il nuovo modello Gigantus.

Razer DeathAdder Elite
Il DeathAdder Elite (in basso), qui a confronto con il Razer Naga Hex v2

Gigantus, il (grande) braccio destro

In concomitanza con il test del DeathAdder Elite abbiamo avuto l’occasione di provare anche il nuovo tappetino Gigantus.

Questo è sostanzialmente un quadrato in tessuto morbido che misura 455 millimetri di lato e circa 5 in altezza, composto da due superfici distinte nei due lati superiore e inferiore: quella che tocca il tavolo è di colore verde, gommata e viscosa, adatta a impedire lo scivolamento del tappeto mentre quella superiore, morbida e sintetica, opera il miglior rapporto per esaltare le caratteristiche del sensore.

Razer DeathAdder Elite e Gigantus

Un dialogo quello tra il mouse e il tappetino più che intimo dato che per ottenere le migliori performance è utile indicare, all’interno della finestra di Synapse, di che tappetino si tratta (se non compare, provate ad aggiornare i driver).

Ammettiamo che eravamo da un lato un po’ scettici nel test di un tappetino (i sensori moderni non necessitano più di una superficie omogenea per funzionare correttamente) dall’altro curiosi di provare le reali potenzialità di un accessorio del genere unitamente ad un sensore così evoluto come quello del DeathAdder Elite. Ed in effetti siamo rimasti piacevolmente colpiti sia dalla fluidità di uso che il mouse conquista sia anche dal piacere che si prova nell’uso di un tappetino così morbido e confortevole, unito ad una superficie così ampia (e a prova di errori).

A voler trovare un difetto possiamo dire che ci sarebbe piaciuta una forma più vicina a quella delle scrivanie, per cui rettangolare (invece che quadrata), ma forse questa è una indicazione soggettiva un piccolo difetto dei driver per cui, spesso dopo un riavvio si “dimentica” l’assegnazione ed è necessario dargliela a mano (ma è un problema che sarà riparato a breve via software).

Razer DeathAdder Elite e Gigantus

Conclusioni

Seppure si tratti di un mouse a filo, in questo caso siamo di fronte ad un prodotto che per tecnologia profusa e qualità di resa crea un precedente importante, a cui Razer non è nuova. L’uso è morbido, preciso, importante, professionale e davvero pronto a tutto, tanto ad una “guerra tra mondi” quanto ad una battaglia tra fogli di Excel o curve di Illustrator.

La presenza del tappetino Gigantus, che lo ricordiamo non è obbligatoria, non fa che esaltare le caratteristiche eccellenti del mouse, che già di per sè offre prestazioni irraggiungibili dagli altri mouse (indipendentemente dal fatto che siano richieste o meno) ad un costo che, tutto sommato, ci sembra accettabile in rapporto all qualità e alle funzioni. La connessione wireless è una mancanza di cui ci siamo accorti ma che a fronte delle prestazioni che si ricavano non abbiamo ritenuto fondamentale.

Razer DeathAdder Elite

 

[usrlist Design:4.5 Facilità-d’uso:5.0 Prestazioni:5.0 Qualità/Prezzo:4.0]

Pro:
• La forma è molto comoda
• La precisione è assoluta, specie se associato al tappetino Gigantus
• Il nuovo meccanismo evita clic involontari

Contro:
• La connessione è solo USB

Prezzo: 79,99 Euro

DeathAdder Elite è già disponibile nelle grandi catene di prodotti tecnologici, ma lo potete trovare anche su Amazon.it come prodotto Prime: se volete potete anche acquistare il tappetino Gigantus, disponibile in versione normale, black o team edition (identica nel formato, cambia solo il tipo e il colore del marchio), anche in questo caso su Amazon.it

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