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Recensione di BoostTurbine di Soulra, la batteria che si ricarica a manovella

Partite per le vacanze? Avete paura di restare senza batteria per il vostro telefono, il vostro GPS o per qualche accessorio d’emergenza, mentre siete in barca, durante il trekking in montagna, in campeggio o in un’area remota? A volte basta una batteria di riserva e a volte no, specialmente se il viaggio è lungo o se la permanenza in una zona senza prese di corrente non termina in un paio di giorni. In questi casi si può ricorrere ad un pannello solare (come questo di Xtorm, con batteria, o questo molto potente di Anker che abbiamo testato nelle passate settimane), oppure ad una batteria a manovella come BoostTurbine di Soulra, che abbiamo invece messo alla prova in questi giorni.

BoostTurbine che cos’è e com’è fatta
Boosturbin di base è una semplice batteria da 2000 mAh, capace di ricaricare interamente un iPhone o un dispositivo similare. Ha una uscita nominale ad 1A (anche se ad iPhone fornisce solo 0,5A per le ben note differenti piedinature dei dispositivi Apple di cui non tiene conto) ed è ricaricabile attraverso un normale cavo Micro USB-USB (incluso nella confezione) che potremo collegare ad un alimentatore o alla presa USB di un computer. L’uscita USB la potremo utilizzare per alimentare qualunque cosa si ricarichi attraverso questo tipo di porta, telefoni ma anche GPS. La particolarità della batteria sta nel fatto che, oltre che con la corrente elettrica, potremo ricaricarla con la dinamo integrata, usando una manovella che è collocata sul dorso dell’accessorio. In commercio ci sono alcune, non molte, concorrenti di questa batteria. La BoostTurbine si distingue dalla concorrenza per essere frutto della ricerca di Eton, casa madre di Soulra, probabilmente la più nota e premiata delle aziende che producono accessori consumer alimentati con energie che si potrebbero definire come “rinnovabili”. Nel suo portfolio troviamo, oltre che batterie a manovella, anche amplificatori e radio solari; proprio dalla radio, con il marchio Lextronix, Eton ha iniziato la sua produzione, conquistando premi di tutti i tipi, da quelli per le funzionalità a quelli per il design. Ma questa, pur interessante e utile a capire chi sia Eton e da dove arrivi la progettazione delle BoostTurbine, è un’altra storia.

Tornando alla batteria e al suo fattore di forma, possiamo dire cheper la sua particolarità e la sua destinazione d’uso, non siamo di fronte ad un prodotto tascabile. Probabilmente riuscirete a metterla in tasca, ma in commercio ci sono tantissimi prodotti anche di capacità superiore che “cubano” assai meno di questo accessorio. Soulra ha dovuto guadagnare spazio per collocare all’interno un generatore di corrente e la meccanica (gli ingranaggi moltiplicatori) per farlo funzionare. In più lo stesso chassis e il rivestimento della batteria sono piuttosto massicci per essere impugnati con più comodità, fattore fondamentale visto che si deve reggere e stringere la batteria per far girare la manovella, ed infine è realizzata, almeno parzialmente, in alluminio decisamente spesso, per renderla resistente ad un uso “rustico”.

BoostTurbine, come funziona
Il funzionamento è ovviamente molto semplice. Se siete in prossimità di una presa, la batteria si ricarica con un normale alimentatore. L’energia si ripristina in un paio d’ore con la carica massima segnalata dai quattro LED blu accesi. A quel punto, come abbiamo potuto sperimentare, riempirete interamente un iPhone 5 (che ha 1440 mAh di batteria interna) prima di essere costretti a ricaricarla. È questo punto, ipotizzando che siate lontani da una presa di corrente, che subentra la manovella: girandola metterete in azione la dinamo interna e saranno i vostri muscoli a generare la corrente e non avrete più bisogno della rete elettrica.

Nel corso della nostra prova abbiamo fatto alcuni test per verificare che cosa possiamo ragionevolmente ricavare da un sistema di questo tipo. Abbiamo prima azzerato la batteria completamente, poi abbiamo provveduto a “smanettare” per due minuti cercando di capire quanta energia si potrebbe ricavare in questo tempo. Abbiamo usato come finestra due minuti, perché si tratta del tempo per il quale ragionevolmente una persona, uomo o donna, anziano o giovane, in discreta salute e senza i muscoli di Schwarzenegger dei tempi d’oro, è in grado di far girare la manovella senza sfiancarsi o svegliarsi il giorno dopo con qualche dolore all’avambraccio; d’altra parte l’impugnatura della batteria non è del tutto comoda (ad un certo punto ci si ritrova con indolenzite più le dita che la trattengono che quelle che ruotano la manovella) e l’ingranaggio, pur fluido nella rotazione, offre una significativa resistenza, quindi due minuti ci sono parsi un tempo medio. Al termine del test, svolto ad un ritmo “baldanzoso”, ma non frenetico, di 125 giri completi al minuto, abbiamo ricavato solo un punto percentuale di batteria, portando il nostro iPhone da 84% all’85%. In termini pratici  quando basta forse per una chiamata di un minuto o forse meno e per mandare una email e un paio di SMS.

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Utile o no?
La manovella, dunque, funziona, anche se l’efficienza di ricarica è modesta, forse per il rapporto di moltiplicazione ridotto (1:2), obbligato dalle ridotte dimensioni. Ma per valutarne l’effettiva utilità, si deve tenere in considerazione alcuni aspetti importanti. Se il telefono sarà completamente scarico e la batteria pure, per farlo tornare a vivere, quell’1% di carica che otterremo in due minuti di rotazione, non basterà. Dovremo far girare la manovella per undici minuti, almeno secondo un nostro successivo test. In questa ottica, dando per scontato che è impossibile ricaricare la batteria totalmente con la manovella perché a occhio e croce ci vorrebbero circa 5 ore di “ginnastica”, la batteria a manovella di Soulra, si presenta come una vera e propria soluzione di emergenza, da avere pronta alla bisogna nel caso tutto il resto fallisca e possiamo contare solo sui nostri muscoli, oppure abbiamo in previsione di restare lontani dalla civiltà per giorni e giorni, senza una batteria di riserva e in un ambiente dove non pensiamo di avere luce o spazio a sufficienza per un pannello solare. In queste, rare, o forse rarissime, situazioni la BoostTurbine, si manifesta come un prodotto, oltre che originale, affidabile, robusto e credibile nel suo ruolo, anche se la vediamo utile magari più che per ricaricare un telefono, per dare corrente ad un GPS o quale sistema di emergenza. In tutte le altre situazioni è probabile che vi basterà una batteria esterna magari molto capace (come questa di Anker da 15000 mAh) e di prezzo spesso inferiore, oppure un caricabatterie USB alimentato con normali stilo, per sostituire l’accessorio di Soulra,

Pro
– Robusta e ben costruita
– Sistema di ricarica unico

Contro
– Efficienza del sistema di ricarica modesta
– Costo paragonabile a quello di una batteria di riserva ad alta capacità

 

BoostTurbine è in vendita su Amazon in differenti colori e differenti versioni da 57 euro, inclusa una con capacità di 4000 mAh, in grado di alimentare anche un iPad.

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