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Recensione: Typed, l’editor Markdown per Mac minimal ma potente

Una cosa buona dei software di scrittura per Mac c’è: spesso ti sorprendono. È il caso con questo Typed, della piccola softwarehouse indipendente Realmac Software. Un software non nuovissimo ma scelto da Apple recentemente come “Editors’ Choice”. Vediamo perché in questa prova condotta nell’arco di alcuni giorni per Macity.
Il software

Typed è una app di scrittura con alcune caratteristiche che, apparentemente non la rendono per tutti. Uno sbaglio, perché invece queste caratteristiche sono straordinarie opportunità, a saperle sfruttare.

Typed è una app che utilizza il Markdown, il linguaggio di scrittura a marcatura che è stato creato da John Gruber e che permette di salvare documenti di testo semplice (.txt o anche .md o addirittura .markdown) in cui tutta la formattazione è ottenuta con delle semplici tag che non rendono illeggibile il testo come eventualmente farebbe scrivere una pagina direttamente in html, ma che consentono però di esportare in tutti i formati che si vuole (in questo caso: html e rtf) con un ottimo controllo del risultato finale, che dipende da un foglio di stile ovviamente personalizzabile.

Si possono fare tantissime cose e con il Multi-Markdown, la versione espansa e potenziata del linguaggio, si possono gestire anche note a pie’ di pagina, contenuti aggiuntivi, sistemi di gestione del testo.

Tuttavia, gli autori di Typed hanno voluto non solo entrare nel filone delle app che permettono di scrivere in questo modo (due esempi per tutti: ByWord e iA Writer, per citare le migliori e più diffuse).

Lo Zen Mode
Dentro Typed ci sono cose note e cose particolari. Le cose note sono ad esempio la possibilità di dare formattazione non solo utilizzando la sintassi del Markdown (asterisco a inizio e fine parola per il corsivo, doppio asterisco per il grassetto etc) ma anche i tradizionali comandi da tastiera o da menu.

La cosa inedita invece è la modalità a tutto schermo, che con Typed fa un passo in più e diventa Zen Mode. Un modo a tutto schermo con leggera musica di sottofondo (ci sono sei brani “zen” a disposizione) che serve a tagliare le distrazioni e a concentrarsi in modo piacevole sullo schermo. Che poi il fine di questo tipo di editor di testo minimalisti e praticamente privi di paletta di comandi (e in cui non si può sostanzialmente cambiare font a video, per esempio) è quello di separare nettamente il contenuto dalla sua rappresentazione. Anziché seguire il paradigma WYSIWYG (What You See Is What You Get), quel che vedi è quel che ottieni, siamo nel WYSIWYM (What You See Is What You Mean), quel che vedi è quello che intendevi.

Altre caratteristiche
In realtà Typed, pur essendo così minimalista, è un software che offre una serie piuttosto ampia di combinazioni e possibilità. Da una modalità “Paragraph” o “Sentence” che permette di focalizzare l’attenzione del testo solo sul singolo paragrafo o frase che state scrivendo, a quella “Typedwriter” che permette di tenere il testo sempre allineato a metà schermo sulla parola che si sta modificando (come accadrebbe appunto con una macchina per scrivere).

Ci sono poi ovviamente tutti i possibili riferimenti del Markdown, che già è facile di per sé, così è veramente a portata di click. La filosofia è diversa ovviamente da quella dei “big” del settore come Ulysses dei Soulmen, che lavora in modo differente anche per gli sfondi e tutto il resto, ma non ci si può lamentare. Con una felice intuizione Typed ha una serie di tre leggerissimi bottoni praticamente invisibili sul bordo sinistro dello schermo che permettono di vedere una comoda anteprima del documento “renderizzato”, scegliere un font e uno sfondo diverso per il testo su cui si sta lavorando (inteso come ambiente di lavoro) e poi esportare il documento con semplicità.

Certo, OS X aiuta moltissimo perché ci sono davvero molte funzionalità che vengono servite dall’ecosistema di Apple su un piatto di argento. In ogni caso, il software è stato provato su un MacBook Air 11 del 2011 con Yosemite ma funziona a partire da Mavericks (OS X 10.9) con processore 64-bit e senza fatica visto che è comunque un programma molto leggero.

Come funziona
Abituarsi al Markdown non è difficile. Richiede un po’ di attitudine, certo, e scelte di campo per quanto riguarda la modalità di lavoro. Non è argomento per questo articolo, ma il Markdown è una delle possibilità modalità di gestione di un flusso di documenti personali o di lavoro. Se si decide di muoversi in questo contesto, Marked è un ottimo software.

La resa del programma è molto stabile, le funzionalità più ricche di quel che non sembri e, bisogna dirlo, più che soddisfacenti.

Ci sono anche alcune cose che sono piuttosto originali e positive per l’app. Ad esempio il design responsive: sembra una stupidaggine (soprattutto visto che l’app è solo per Mac e non ne è prevista una per iOS) ma volendo minimizzare la finestra il testo scala in accordo. Altre app che si occupano di Markdown, per quanto minimaliste e flessibili, non sono così flessibili (ehi, iA Writer, sto guardando te!). Altre funzionalità sono l’Auto save, il modo Full Screen, la gestione del intelligente del cursore per aggiungere i link e formattare il contenuto, la completezza quasi maniacale delle scorciatoie di tastiera: non c’è funzione che non sia accessibile senza alzare le mani dalla tastiera (a ricordarsi la scorciatoia, ovviamente).

La mancanza di una app di Realmac che gestisca il Markdown per iOS non è in realtà un grande problema: chi scrive usa Dropbox ma si può anche usare iCloud senza problemi e gestire i testi con un altro editor (ripeto: iA Writer o Byword, che sono probabilmente i migliori, usare invece Ulysses solo su iPad e non su Mac -o viceversa- è uno spreco). Il vantaggio è la totale autonomia da qualsiasi formato proprietario e la possibilità di gestire in maniera flessibile le esportazioni.

Dicevamo sopra, a proposito di esportazioni, che Marked esporta “solo” in html o in rtf. Per i Pdf basta utilizzare la funzione stampa collegata all’anteprima (che è basata sul css dell’html).

In conclusione
Serve davvero un altro editor per i testi in Markdown, considerando che costa 14,99 euro e che volendo si può usare anche TextEdit (di serie con tutti i Mac) o qualche editor online o altre soluzioni comunque gratuite? La risposta è sorprendente: sì. Usare un pezzetto di software come questo, una app costruita artigianalmente per scrivere, ha senso. È un software ben fatto e leggero, che fa una cosa e la fa molto bene. È anche divertente la modalità Zen con musica da meditazione, ma soprattutto è piacevole il flusso di lavoro. L’app non ti lascia mai in difficoltà e ti permette invece di sbrogliare situazioni in cui la velocità di scrittura e di esecuzione è fondamentale.

Costa 14,99 euro ed è su App Store

Pro:
• Completa e flessibile
• Originale
• Ha funzioni che mancano agli altri

Contro:
• Poteva costare la metà
• Non è localizzata in italiano (ma se glielo chiedete in tanti…)

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