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Record europeo del prezzo iPhone 5s e 5c, una storia italiana

Nessuna penalizzazione per i prezzi di iPad Air in Italia. Questo emerge dalla raccolta dei costi a livello europeo per il nuovo modello di tablet.

Come si vede dallo schema che mettiamo in questa pagina, il nuovo dispositivo presentato lo scorso mercoledì e in arrivo il primo novembre, sarà disponibile nei negozi Apple, APR e on line allo stesso prezzo che questo ha nei principali mercati UE. Non incide neppure l’IVA, di un punto più alta che in Spagna e di tre punti di più che in Germania o in Francia. Nel paese transalpino, anzi, l’iPad costa 10 euro in più, probabilmente per effetto delle tasse che gravano sui dispositivi di archiviazione (qualche cosa di simile alla nostra tassa per il diritto alla copia). Solo negli USA l’iPad è meno costoso, ma questo per una pratica che Apple segue da sempre e che prevede un ricarico per la localizzazione e le differenti infrastrutture logistiche e di costo del lavoro al di fuori degli USA. In termini pratici questo significa che non è convenente andare all’estero per comprarsi un iPad, come, invece, potrebbe essere interessante fare per iPhone e come emerge dalla seconda tabella che trovate in versione estesa (con i prezzi dei vari modelli di iPhone 5s, di iPhone 5c e 4s) su questa pagina di Macitynet.

Dal confronto tra i due prodotti emerge chiaramente un aspetto discusso e dibattuto, anche accesamente, in mille articoli diversi: il ricarico applicato ad iPhone nel nostro paese rispetto ad altre nazioni. In questa controversa vicenda, molti hanno lanciato accuse ad Apple, imputata di trattare l’Italia da figliastra e di favorire altre nazioni, come la Germania o la Francia o, magari la Svizzera. In realtà ci sarebbe da chiedersi perché questo accade solo per iPhone e non per iPad o altri prodotti come i computer e gli accessori. Perché Apple punisce l’Italia solo per iPhone?
La possibile risposta cova nella nostra casella postale da due anni e mezzo, sotto forma di mail anonima, recapitata da un sedicente ex dirigente Tim, in una presunta posizione di avere avuto accesso ad informazioni utili a capire perché in Italia iPhone costa più che altro.

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In quel messaggio, inviatoci nei giorni in cui iPad stava per andare nei negozi dei partner che avevano già iPhone, ma non in quelli di Tim si descriveva una situazione molto tesa tra Apple e il braccio mobile di Telecom Italia in cui l’operatore pretendeva fossero applicate per i tablet le stesse condizioni che erano state concordate per iPhone «intendendo con questo – ci diceva la persona che ci aveva inviato la mail – prezzi di listino più alti da assegnare a quelli venduti senza contratto, come era stato concordato per iPhone».

Il riferimento era ad un precedente episodio, risalente al lancio di iPhone 4 e che spiegherebbe molto, se non tutto, del record italiano di prezzo in Europa e nel mondo per gli iPhone senza contratto.

In quel contesto Apple sarebbe stata di fatto costretta ad accettare sulla base di una serrata trattativa, le condizioni pretese da Tim, al cui traino si mise poi Vodafone, per il nostro paese: ovvero un prezzo “facciale” più alto in versione sbloccata; obbiettivo: rendere più attraenti le offerte con abbonamento. Insomma secondo gli operatori mobili, Apple non avrebbe dovuto fare quel che aveva fatto con iPhone 3GS, venduto sbloccato sul suo sito ad un prezzo più basso di quello degli operatori, così da rendere l’acquisto in una offerta in abbonamento scarsamente allettante, pure a fronte di risibili vantaggi economici (di fatto in Italia il telefono si paga tutto quando si compra con un contratto, anche se si paga a rate), nonostante l’abitudine degli Italiani a pagare per intero i telefoni per  cambiare operatore quando meglio credono.

Che questo fosse stato un passaggio obbligato da parte degli operatori, per causa dei ridottissimi margini e delle vincolanti condizioni cui gli iPhone vengono venduti loro da Apple, o semplice volontà di fare cassa, nella mail non viene specificato. Quel che sappiamo, è che se Apple non avesse accettato le condizioni di Tim e Vodafone , i due principali operatori mobili italiani (60 milioni di numeri in due), erano pronti a rinunciare ad iPhone, una cosa che Apple per prestigio e visibilità non poteva permettersi. Di qui la decisione di cedere e aumentare il prezzo di iPhone 4, una tradizione mantenuta fino ad oggi, cosa che fa dell’Italia la nazione al mondo, alcuni paesi in via di sviluppo a parte, dove l’iPhone è più costoso.

Che la ricostruzione sia vera è tutto da dimostrare, ma certo è altamente verosimile e a dimostrarlo ci sono una lunga serie di indizi. Dal fatto che, ad esempio, Tre (che non era parte del duo che si sarebbe seduta intorno ad un tavolo minacciando di cancellare iPhone dall’offerta nei negozi) ha ripetutamente offerto iPhone senza contratto ad un prezzo più basso di quello formalmente offerto da Apple, per passare dai ritardi con cui Apple ai tempi del lancio di iPhone 4 annunciò gli accordi per iiPhone, per finire con le notizie che Macitynet raccolse in quel periodo e che davano Tim fuori dai giochi per iPhone 4. In quel momento attribuimmo l’evento a rapporti storicamente sempre turbolenti tra Tim ed Apple, quando invece in realtà sarebbero state le discussioni intorno al prezzo del telefono e alle opportunità economiche offerte in chiave di promozioni con contratto a tenere banco nelle discussioni.

Insomma se in Italia esiste una differenza di prezzo su iPhone 5s e 5c rispetto ad altri paesi la colpa, a dare retta a questa ricostruzione, non è di Apple, ma degli operatori mobili, Tim in primo luogo e in secondo luogo Vodafone che ha approfittato dell’occasione costituita dalla trattava intavolata dalla concorrente per infilarsi nella stessa cordata. La colpa, ovviamente indiretta, se vogliamo potrebbe essere pure degli Italiani, abituati da sempre a comprare cellulari senza contratto e a pagare profumatamente per questo privilegio che costa molto ma fornisce piena libertà di cambiare operatore quando si preferisce.

Apple potrebbe essere solo una vittima di queste condizioni imposte dal nostro mercato o, se non altro, una specie di Ponzio Pilato che avrebbe preferito lavarsi le mani della situazione a attaccare il carro dove chiedeva il padrone, facendo anche buon viso a cattivo gioco. In fondo se qualcuno chiedeva di alzare i prezzi di iPhone, aumentando non solo per sè ma anche a beneficio di Apple, i margini di profitto, dandole la possibilità di guadagnare fiuo a 50 euro in più di quel che avrebbe sperato, nello stesso tempo prendendosi in carico centinaia di migliaia di iPhone, invece che lasciarela a combattere da sola per vendere iPhone con margini più bassi, perché dire di no?

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