Per molti è l’alter ego di Jobs, per qualcun altro una figura cui non si attribuisce il reale peso nelle strategie di mercato di Apple, per altri ancora il padre della filosofia con cui alcuni prodotti tra i più recenti, da iPod a Mac mini, sono andati sul mercato.
Per tutti è il manager cui per sempre sarà legato il lancio del nuovo iMac, quello che ha debuttato a Parigi. Stiamo parlando di Phil Schiller, l’uomo del marketing di Apple, la figura che, comunque la si pensi, regge le fila del discorso che Cupertino ha iniziato ormai anni fa e che l’ha riportata in primo piano nell’ambito dell’universo consumer.
Macity ha incontrato per conto dei suoi lettori Schiller in una intervista faccia a faccia nel corso della quale il manager del marketing parla a tutto campo della filosofia di Apple, dei nuovi prodotti, del futuro prossimo venturo senza mancare di dare unoi sguardo al passato. Sul taccuino (elettronico) del nostro cronista passano i nomi di prodotti come iPod, PowerBook, Mac mini, di Tiger e, soprattutto, iMac di cui Schiller per il ricordato evento di Parigi, può essere considerato un po’ il vero “padre” o se non altro il padrino di battesimo.
Ne emerge un interessante ed inedito quadro delle strategie di Apple, di come vengono gestite alcune decisioni, su dove conducono alcune dei più recenti annunci, su perchè e come la società dei “creatori del Mac” sia diventata la società dei “creatori di iPod”. Dall’intervista scaturisce però anche un ritratto del veterano Apple: laurea in Biologia al Boston College nel 1982, un posto nei consigli di amministrazione di FileMaker e PowerSchool. Una persona cui il lavoro ultimamente non è mai mancato nè, questa l’impressione, mancherà .
L’intervista completa su questa pagina