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Gli USA cercano terroristi su Facebook con un algoritmo

Individuare i terroristi su Facebook facendo un’analisi dei loro comportamenti nei social. Ecco una delle idee emersa nel corso della riunione tra i grandi della Silicon Valley e la Casa Bianca che si è tenuta venerdì 8 gennaio. È The Register a pubblicare alcuni dettagli sulle conversazioni avvenute tra il governo americano e gli amministratori di Apple, Facebook, Twitter, Microsoft, LinkedIn, DropBox, YouTube, Yahoo, PayPal e altri ancora, facendo cenno a una tecnologia che potrebbe dare esiti interessanti.

La tecnologia che il Governo USA potrebbe usare è già impiegata da Facebook per segnalare l’imminente volontà di suicidio di un utente. Quando emergono specifici atteggiamenti in fatto di testi, immagini e così via, l’utente viene “flaggato”. Lo stesso modello, una volta affinato, potrebbe essere utilizzato per identificare simpatizzanti di gruppi terroristici intenzionati a uccidersi in un atto terroristico. La tecnologia e l’algoritmo, potrebbero essere  anche modificati, così da essere applicati per individuare semplicemente chi radicalizza i suoi pensieri e comincia ad avvicinarsi a gruppi estremisti.

La delegazione della Casa Bianca, che ha visto la presenza del capo dell’NSA, Mike Rogers, del capo dell’intelligence USA, James Clapper, del capo dell’FBI, James Comey, e del segretario alla Giustizia, Loretta Lynch, avrebbe anche chiesto informazioni sul modo migliore per preparare una campagna mediatica per screditare l’ISIS. “Sono stato piacevolmente sorpreso dal tono delle conversazioni” ha riferito Matthew Princ, amministratore di CloudFlare, società di San Francisco specializzata in networking e sicurezza, presente all’incontro. Christopher Young, a capo del security group di Intel (anche lui presente) ha parlato di “una buona discussione”.

Josh Earnest, addetto stampa della Casa Bianca, ha detto ai giornalisti che molte di queste società tecnologiche che hanno partecipato al meeting sono guidate da “patrioti americani” che “vogliono cooperare”. Il CEO di Apple Tim Cook ha insistito ancora una volta sulla necessità della riservatezza dei dati, spiegando che il governo dovrebbe prendere una decisa posizione formale in tema di forte cifratura. Apple è stata più volte attaccata da FBI e agenzie di sicurezza statunitensi che vorrebbero, invece, integrare delle backdoor nei sistemi di comunicazione e aggirare i meccanismi di cifratura.

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Tim Cook

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