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Tim Cook esorta il Congresso USA a non dimenticare i Dreamers

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Il CEO di Apple Tim Cook e il CEO di Koch Industries, Charles Koch, hanno scritto un articolo di opinione per il Washington Post esortando il Congresso statunitense a pensare a una soluzione legislativa per proteggere le persone che saranno colpite dalla fine del programma Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca), voluto nel 2012 da Barack Obama, che consentiva agli immigrati irregolari, entrati da bambini negli USA, di evitare il rimpatrio e ricevere un permesso di lavoro o di studio biennale rinnovabile.

Cook e Koch scrivono che spesso non sono d’accordo su questioni politiche ma sono “fermamente allineati” sulla questione DACA evidenziando che vi sono 690.000 “dreamers”, persone che beneficiano di una disposizione di Obama che protegge coloro che sono entrati illegalmente nel paese perché portati da minori, che probabilmente non potranno gioire nelle prossime feste natalizie. I due esortano il Congresso “a dimostrare coraggio”, “abbracciare la diversità” e “fare ciò che è giusto”.

“Non ci facciamo illusioni su quanto sia difficile riuscire portare a termine le cose a Washington” si legge nell’articolo, “e sappiamo che persone in buona fede possono essere in disaccordo su alcuni aspetti della politica di immigrazione. Se mai c’è stata migliore occasione di riunirsi per aiutare le persone a migliorare le loro vite, questo è il momento. Bisogna agire ora affinché i dreamer possano sviluppare le proprie potenzialità continuando a offrire il loro contributo al nostro Paese. Il Congresso può ribadire questo essenziale ideale Americano”.

Manifestazione a supporto del Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA) - Foto:Jacquelyn Martin/AP
Manifestazione a supporto del Deferred Action for Childhood Arrivals (DACA) – Foto:Jacquelyn Martin/AP

Cook e Koch chiedono al Congresso di agire velocemente per trovare una soluzione prima della fine dell’anno “per portare certezza e sicurezza nella vite dei dreamers”. “Nessuna società può realmente prosperare quando una parte significativa dei suoi cittadini si sente minacciata o incapace di sfruttare appieno il proprio potenziale. Non si può neanche pensare di prosperare escludendo quanti vogliono fornire contribuiti positivi. Non è solo un nobile principio: è un concetto fondamentale, avvalorato dalla nostra storia nazionale.

Vedere Tim Cook contro Trump non è una novità. Come abbiamo già spiegato qui, a difesa di chi vive e lavora negli USA da immigrato sono scesi in campo vari manager del mondo IT, inclusi il CEO di Apple e il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, “preoccupati dai nuovi sviluppi delle politiche sull’immigrazione” della nuova amministrazione. Il programma Dreamers  è sostenuto ideologicamente ed economicamente anche da Laurene Jobs. La vedova del fondatore Apple ha incontrato anche Trump per parlare presumibilmente di questo argomento, oltre che di tutta una serie di problematiche legate all’immigrazione.

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