Giro di vite in UK per la pirateria online: il Governo inglese sta valutando di portare la pena fino a 10 anni di reclusione. Secondo il legislatore, la pena più dura rappresenterà un argine alla pirateria di contenuti digitali andando incontro alle richieste delle lobby discografiche e cinematografiche che da anni fanno pressione sul governo per ottenere misure di questo genere, sostenendo che solo due anni di carcere siano troppo pochi per essere un reale deterrente. Se la proposta di legge si concretizzasse, la pirateria online verrebbe sostanzialmente equiparata al reato di contraffazione di beni fisici, che prevede già oggi fino a 10 anni di reclusione per i colpevoli.
Il Ministro per la Proprietà Intellettuale Neville-Rolfe (nell’immagine a fondo articolo) ha commentato: “Il governo prende i crimini sul copyright molto seriamente – è un danno per le imprese, i consumatori e l’economia in generale, sia online che offline. Le nostre industrie creative valgono più di 7 miliardi di sterline per l’economia del Regno Unito ed è importante proteggerle da imprese criminali. Inasprendo le sanzioni che colpiscono chi opera su scala commerciale stiamo offrendo maggiori protezioni per le imprese e l’invio di un messaggio chiaro”
Anche se le misure previste andrebbero a colpire non tanto i fruitori ma in particolare chi distribuisce contenuti piratati, il dibattito in parlamento si preannuncia molto acceso, vista l’opposizione dei gruppi che sostengono i diritti degli utenti in Rete, gruppi che non vedono di buon occhio l’influenza che studios e major esercitano sul governo e sulle forze dell’ordine e invocano più che un inasprimento delle pene, modalità di fruizione più convenienti e al passo con i tempi, presentando Netflix e Spotify come esempi virtuosi da seguire.
