Arrivato Natale e arrivato probabilmente un po’ di tempo libero per prendersi cura della propria famiglia, questo è anche il momento ideale per fare un po’ di pulizia sui nostri dischi rigidi e assicurarci del loro stato di salute. Per fare questo esistono programmi di utilità professionale, alcuni anche costosi, strategie di backup e, infine, piccoli accorgimenti che alla fine – se sotto l’albero non c’era un Mac nuovo – ci daranno almeno la sensazione che il nostro vecchio e fidato compagno viaggi al meglio delle sue possibilità .
Una delle utility chiave per gestire il disco del Mac è fornita da Apple con il sistema operativo e si chiama “Utilità disco”. E’ “parcheggiata” dentro la cartella Utility e consente di riparare i privilegi dei file, creare dischi di backup, salvare file e soprattutto – in pochi lo sanno – verificare lo stato del disco ATA per capire se sia ancora “in forma” oppure se sta per rompersi.
Il meccanismo si basa su una tecnologia oramai implementata su tutti i dischi rigidi, che si chiama Smart, Self-Monitoring Analysis and Reporting Technology. Apple la utilizza su MacOs X !0.3 e 10.4 (Panther e Tiger) solo ed esclusivamente per i dischi su bus ATA o Serial-ATA e non ad esempio per i collegamenti via Firewire o Usb. Un peccato, questo, ma in futuro è sempre possibile che Apple inserisca nel sistema operativo le specifiche per gestire anche quel tipo di connessioni.
In pratica, SmartReporter ha il vantaggio di poter notificare tramite un allarme, l’invio automatico di una mail oppure facendo partire una applicazione o un AppleScript il prossimo rompersi di un disco. Si tratta di un importante vantaggio rispetto all’Utilità disco di MacOsX, dato che quest’ultima viene spesso ignorata o per pigrizia o per non conoscenza, mentre si tratta in realtà di un utile strumento da utilizzare con intelligenza.
L’ulteriore vantaggio di SmartReporter è la sua non intrusività . Può comparire infatti nella barra dei menu a destra con un piccolo disegno di un disco rigido che cambia colore a seconda dello status (l’augurio è di non vedere mai il colore “sbagliato”), oppure come un piccolo puntino per salvare spazio o addirittura correre in background come processo privo di manifestazioni visibili attraverso l’interfaccia a meno che non debba notificare qualcosa. Per quest’ultima modalità , che rende “inaccessibile” l’applicazione (lanciata a tutti gli avvi della macchina e quindi costantemente presente in sottofondo) è meglio ricordare che per accedere di nuovo al menu delle preferenze ed eventualmente disabilitarla è sufficiente cliccare l’applicativo tenendo premuto il tasto “Alt”.
Il software, disponibile a partire da questa pagina, è di piccole dimensioni (solo 603 KB) e completamente gratuito, fornito in licenza Open Source del MIT e con annesso codice sorgente. IL programma è già stato compilato in modalità “FAT” per consentire il futuro utilizzo su macchine basate su processori Intel.
