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Volta Robots al CES2017, la guida autonoma dei veicoli pensata in Italia

Da Arconate (Varese) a Las Vegas: Silvio Revelli, ingegnere trentenne formato al Politecnico di Milano e Giacomo Bignami, amico e socio quarantatrenne con la passione comune dei droni hanno portato nel grande padiglione Sud del CES 2017 alcune delle loro creature realizzate in collaborazione con l’azienda Taiwanese con cui stanno costruendo rover, sottomarini e pure dirigibili con un elemento comune: il sistema di guida autonoma realizzato dalla loro azienda Volta Robots.

Nata solo nel 2015, Volta Robots ha al suo attivo una serie di progetti che la portano all’avanguardia nel settore dei veicoli “self driving” grazie sopratutto ad una piattaforma hardware e software che combina tre aspetti fondamentali: le reti 4G/LTE, l’intelligenza artificiale delle reti neurali con il Deep Learning e i sistemi Cloud.

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Grazie alla combinazione di questi tre fattori Volta Robots è in grado di realizzare un progetto come il rover che vi mostriamo qui sotto, o il sottomarino creati con l’azienda di Taiwan che navigava qui al CES in una piccola piscina gonfiabile, che permette di ottenere sistemi mobili in grado di riconoscere una strada in un bosco o un sentiero in montagna, o un percorso subaqueo evitando tutti gli ostacoli e conducendo il mezzo verso un obiettivo per scopi di salvataggio, ricerca e raccolta dati.

I software di Volta Robots girano su una piattaforma basata su un processore NVIDIA TK1 con 192 nuclei CUDA, un modulo LTE Categoria 4 e un SSD da 120/480 GB di Kingston, il tutto alimentato a 12 Volt.

Ma se l’hardware può sembrare a prima vista comune non è comune la capacità della piccola azienda di sfruttare la conoscenza delle reti neurali per insegnare ai veicolo a riconoscere la strada ed ad imparare dalla propria esperienza per condurre il viaggio seguendo il miglior percorso possibile, la migliore andatura ed evitando ostacoli di qualsiasi tipo e questo avviene attraverso dei framework come Caffe e Tensor Works ed un serie di comandi e “missioni” che ne permettono il controllo a distanza e il rilievo di dati telemetrici.

“From Coding to Training” è lo slogan che Revelli ci illustra: non dobbiamo più pensare alla programmazione di codice per istruire ed indirizzare la macchina passo dopo passo perché è essa stessa ad imparare utilizzando dei semplicissimi sistemi di visione come una normale telecamera Logitech montata a bordo del rover senza l’ausilio di radar, lidar o sensori speciali. Grazie alle reti neurali e al machine learning l’analisi dell’intorno con un frame rate di 15 fps permette di ottenere delle decisioni che intervengono sullo sterzo in tempo reale e mantengono il veicolo in carreggiata.

Questo tipo di comportamento si potrà ovviamente ottenere sia in acqua (sottomarini autonomi per itticultura, ricerca e salvataggio) che in aria (dirigibili e droni con altà capacità di evitare ostacoli in ambiti complessi) per tutta una serie di impieghi che possono andare dall’agricoltura all’edilizia, dal disaster recovery al militare.

Qui sotto vediamo un esempio di elicottero a guida autonoma che segue da solo un percorso in una foresta.

Ad Arconate si pensa alla gestione telemetrica delle macchine e delle flotte, comprese quelle commercializzate alla NASA e alo sviluppo del software e del cloud che permette di interagire con gli stack montati sui veicoli.

Il grande stand al CES 2017 è frutto di un fatturato esplosivo e dell’accordo con l’azienda Taiwanese.

La clientela di questi primi due anni di attività è quasi interamente estera ma Silvio e Giacomo non hanno alcun desiderio di spostarsi dal nostro paese. Grazie al web possono interagire sia con i loro collaboratori sul fronte software dislocati in USA, Giappone, Ucraina e Inghilterra che con le aziende che vogliono implementare lo stack di Volta Robots sui propri veicoli.

Il disinteresse del mercato italiano non preoccupa più di tanto i due soci: “ci dispiace soltanto che un paese come il nostro, che è indubbiamente il migliore luogo per vivere, non sappia cogliere delle occasioni di crescita e di qualità di gestione del territorio e delle emergenze che possono nascere da questi sistemi”.

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