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AOL: via IE da Windows

“Non c’è discussione sul fatto che Microsoft ha violato la legge – ha detto Randall J.Boe, consigliere generale di AOL – danneggiando consumatori e concorrenti. Il procedimento legale richiesto da Netscape non vuole solo portare ad un risarcimento dei danni ma che la corte imponga una sanzione che consenta di ristabilire la competizione sui desktop dei computer”.
Giustifica così America On Line, la decisione assunta nella giornata di ieri di querelare Microsoft. Il procedimento legale, come abbiamo detto nell’edizione di questa mattina, è stato avviato ieri cogliendo ben presto gli onori delle prime pagine su tutti i giornali americani. Lo scontro non è da poco. Da una parte la realtà  senza cui il 95% dei computer del mondo sarebbero ferraglia, dall’altra il principale provider americano che controlla una multinazionale dell’intrattenimento e dell’informazione come Time-Warner. Difficile non pensare che all’orizzonte non ci siano scintille visto che i rapporti tra Microsoft e AOL non sono mai stati particolarmente idilliaci. A testimonianza che Microsoft è pronta alla battaglia e che le ruggini sono di vecchia data le dichiarazioni del portavoce di Microsoft Jim Desler: “AOL – ha replicato ieri – ha utilizzato per anni la politica e il sistema legale per competere contro di noi. Questo è solo il passo successivo nei loro piani. Microsoft investe nella realizzazione di nuovi prodotti mentre America On Line investe in parcelle per consulenze legali e lobbisti per mettere i bastoni tra le ruote di Microsoft”. Secondo Microsoft, poi, AOL, sta semplicemente cercando di rendere ineffettivo l’accordo che Redmond ha raggiunto con il Dipartimento di Giustizia che deve essere ancora approvato nella sua forma definitiva.
La prosecuzione della vicenda, come sottolineano alcuni esperti legali, sarà  tutto da seguire anche per la sua particolarità . AOL, infatti, al contrario di quanto accaduto in passato in casi simili chiede non solo danni miliardari a Microsoft ma anche una ingiunzione che imponga alla società  di Gates di vendere un sistema operativo senza browser integrato ottenendo quello che il Dipartimento di Giustizia, con il ben noto accordo di novembre, ha rinunciato ad ottenere.

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