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Abbonamenti iPhone, ecco tutte le clausole da tenere presente

Sono state, letteralmente, decine i messaggi di posta elettronica che il nostro sito ha raccolto in poche ore, dopo la pubblicazione dell’articolo su alcune clausole 3, presenti nei contratti per iPhone, potenzialmente in grado di dare qualche grattacapo a chi decidesse di abbracciare le indubitabilmente convenienti tariffe dell’operatore mobile di H3G. Grazie ai contributi ricevuti dai lettori, esperti legali e del settore delle comunicazioni, siamo ora in grado di fare un punto complessivo sulla vicenda che interessa molto da vicino tutti coloro che stanno pensando di acquistare un iPhone con contratto.

Per cercare chiarezza e completezza nelle informazioni, abbiamo così deciso di esplorare tutti i non sempre lampanti, dal punto di vista dell’evidenza delle condizioni contrattuali, siti degli operatori mobili italiani scoprendo che 3 non è la sola ad applicare le clausole che restringono l’uso dei bundle dati e voce. Anche Vodafone e Tim (oltre che Wind, che però non ci interessa direttamente visto che non ha offerta iPhone) applicano simili condizioni.

Ad esempio, Vodafone prevede esplicitamente nelle sue Vodafone Più Facile (che vengono in sostanza applicate anche ai contratti iPhone) che: “il traffico (voce e/o SMS) giornaliero e/o mensile complessivo verso Altri Operatori non sia superiore all’80% del traffico totale uscente” e che “il traffico (voce e/o SMS) giornaliero e/o mensile complessivo verso un singolo Operatore, non Vodafone, non superiore al 60% del traffico totale uscente”. Clausole simili a quelle di 3 e per alcuni versi persino più restrittive visto che Vodafone impone una quantità  minima di traffico giornaliero o mensile verso la propria rete. Non è presente però una quantità  minima di traffico entrante in rapporto al traffico uscente, cosa prevista da 3; l’operatore di Hutchison Whampoa, invece, chiede infatti che la quantità  di traffico entrante sia pari almeno al 10% rispetto al traffico uscente. Da notare che però Vodafone limita le chiamate verso 3 a 200 minuti per la più facile Medium e a 500 per la più facile Large. Nel caso queste condizioni non vengano rispettate, Vodafone “si riserva la possibilità  di applicare, previa comunicazione al cliente, le condizioni economiche del piano tariffario Anytime”

Anche Tim ha condizioni che ricordano molto quelle di 3, solo che nel caso dell’operatore mobile di Telecom vanno cercate nelle Info Consumatori, dove ci sono le Condizioni generali contrattuali per Clienti prepagati e abbonati. Qui si legge che il cliente è tenuto ad usare la rete e gli apparecchi per “uso personale” e che viene considerato uso personale “a) traffico giornaliero uscente sviluppato per LINEA non superiore a 160 minuti e/o 200 SMS; b) traffico mensile uscente sviluppato per LINEA non superiore a 1250 minuti e/o 2000 SMS; c) traffico giornaliero in uscita verso la rete mobile TIM di Telecom non superiore all’80% del traffico giornaliero uscente complessivo; d) rapporto tra traffico voce e SMS giornaliero uscente complessivo e traffico voce e SMS giornaliero entrante complessivo non superiore a 4”. Le condizioni c e d sono quelle che possono in qualche modo avvicinarsi alla ben nota “clausola 10” di 3 anche se con qualche curiosa differenza. La principale è che Tim non chiede, per ragioni sconosciute, di fare un numero minimo di minuti nella sua rete, ma un numero minimo di minuti fuori dalla sua rete (il 20%). Come 3, chiede che ci sia un rapporto minimo di chiamate ed SMS in entrata rispetto a quelli in uscita: il 25%. Da sottolineare che Tim, come Vodafone, impone alcuni limiti alle chiamate verso 3 Tutto Compreso 60 e , Tutto Compreso 90: 200 minuti, Tutto Compreso Unlimited 500 minuti. Tim non prevede, al contrario di Vodafone e 3, il transito forzato verso un altro piano tariffario se le condizioni non fossero rispettate, ma la sospensione dell’accordo commerciale.

A fronte di questa analisi, in vero un po’ faticosa perché ha comportato una ricerca molto approfondita a caccia di clausole e codicilli spesso sepolti in menù non facilmente accessibili al punto che senza il contributo di lettori esperti non sarebbe stati in grado di capire dove cercarli, possiamo quindi dedurre che la pratica attuata da 3 nelle sue condizioni contrattuali per le “ZeroTop” non è inusuale; anzi, è comune a tutti gli operatori anche se ciascuno pone limiti diversi e sanziona in differente modo il superamento delle soglie imposte.

La ragione per cui sia 3 che Vodafone che Tim hanno fissato dei limiti sulle telefonate in rete e fuori rete e nel rapporto tra il traffico entrante e uscente, è nella necessità  di limitare gli abusi. Secondo le informazioni che il nostro sito ha raccolto nelle scorse ore da esperti del settore, si tratta in sostanza di barriere che in primo luogo mirano a scoraggiare alcuni cartelli criminali che sfruttando i meccanismi dei numeri a valore aggiunto, ricariche e autoricariche, usando sistemi automatizzati, sono in grado di infliggere pesanti danni economici ai gestori di rete. Nel mirino ci sono, però, anche gli utenti comuni che con un po’ di tempo e aguzzando l’ingegno potrebbero anch’essi usufruire impropriamente dei vantaggi delle “tutte incluso”.

Per quanto riguarda 3, infine, che era stato l’oggetto del nostro precedente articolo, resta come esclusiva, perché 3 è l’unico operatore italiano che ha un accordo di roaming nazionale, la limitazione sul traffico in roaming che non può essere superiore al 79,9% di quello generato complessivamente. Anche qui siamo, molto probabilmente, di fronte ad un tentativo (recente, perchè la clausola è stata appena aggiunta) di fermare gli abusi; in passato alcuni clienti di 3 avrebbero infatti deciso di bloccare la rete su Tim per avere una copertura più capillare in voce e questo rappresenta un costo significativo per l’operatore di H3G visto che ogni connessione con Tim in roaming viene pagata (non poco) da 3. Questa clausola, in ogni caso, va tenuta bene presente perché chi vive in zone rurali o viaggia spesso fuori dalle grandi vie di comunicazione, corre il rischio di sforare piuttosto facilmente, visto che viene conteggiato anche il traffico entrante.

Ma in termini pratici, dunque, quali sono i problemi per un utente comune che decide si sottoscrivere un piano per iPhone di 3, o Vodafone o Tim alla luce di questi chiarimenti? Se non ha intenzione di “fare il furbo” praticamente nessuno. àˆ infatti piuttosto difficile superare le soglie e anche quando dovesse accadere gli operatori hanno dei meccanismi utili a capire chi davvero sta portando a termine un abuso o semplicemente ha sforato per altre ragioni e in buona fede. Attenzione però: le sanzioni, al contrario di quanto si potrebbe pensare, sono state applicate anche se raramente. Si tratta della dimostrazione che non si tratta di semplici pro forma, ma che se sussistono le citate e assodate condizioni di abuso, gli operatori intervengono.

A fronte di tutto questo resta una lezione valida universalmente, al di là  di clausole contrattuali scritte in piccolo e in calce agli accordi commerciali: prima di avvicinarsi ad un piano o ad un operatore, sia questo per iPhone che per altri contratti telefonici, è bene prendere in considerazione ogni aspetto dell’offerta, valutando molto attentamente l’uso che si intende fare del telefono, senza limitarsi al semplice costo del contratto mensile. Solo così si eviteranno brutte sorprese e delusioni e recriminazioni che a posteriori non hanno grande utilità .

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