Amazon si è aggiudicato un brevetto per la creazione di un mercato digitale di contenuti già acquistati, che si potrebbero definire “usati”, sebbene questo termine come riferimento a un file mp3 o a un video assuma un significato abbastanza curioso.
La tecnologia dovrebbe consentire agli utenti di vendere, scambiare o prestare i propri contenuti, siano essi libri, file musicali, riviste, giochi o video, con altri utenti, a un prezzo sicuramente inferiore rispetto alle controparti nuove di pacca.
Al momento Amazon ha reso disponibile per gli utenti USA la possibilità di “prestare” libri ai propri amici via Kindle, mentre in Italia questa pratica non è ancora possibile. Diversamente da quello fisico, dove il mercato dell’usato è attivo e fervente da sempre, il mercato digitale ha tagliato le gambe a questa pratica, che il più delle volte sfocia in pratiche peer-to-peer che vanno aldilà delle legalità.
L’unico esempio a riguardo è l’innovativa start up ReDigi, che ha proprio tentato di costruire un marketplace digitale, permettendo agli utenti di vendere i propri file online, cosa che ha attirato immediatamente gli avvocati di diverse major discografiche, pronte a bloccare l’iniziativa ai primi vagiti; vedremo se Amazon riuscirà a imporre l’usato digitale in maniera più efficace.
