Bereskin ha poi fatto intendere che altri aspetti della DR 3, la più recente delle release rilasciate agli sviuluppatori, non sono definitive. Ad esempio ad oggi è necessario formattare il disco per installare il nuovo OS, un’esigenza che non dovrà essere presente nella versione finale.
Per quanto riguarda la versione Intel di Darwin il dirigente di Apple ha ribadito che MacOs X girerà solo sui sistemi G3 e superiori. Niente, dunque, MacOs X per PC anche se, come fa notare MacWelt, resta il dubbio che portare la parte essenziale del sistema operativo verso un’altar piattaforma possa comunque essere un segnale intessante.
Infine Bereskin ha confermato alla rivista tedesca il grande interesse che sta suscitando la politica open source seguita da Apple. Sono ormai molti gli sviluppatori indipendenti che lavorano per portare miglioramenti al codice. Tra questi anche alcune università come quella del Michigan che sta operando nel settore della sicurezza e del file system e anche se non tutte le estensioni di Darwin finiranno per essere implementate nel MacOs è chiaro che si tratta, in ogni caso, di un grande vantaggio per la solidità del sistema operativo di Cupertino che trarrà , indirettamente, beneficio anche dal fatto che il rilascio pubblico di alcune parti sta consentendo uno sviluppo più rapido di periferiche e applicazioni per il nuovo OS.
Apple: “Aqua cambierà ancora”
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