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Apple e i processori: quale futuro?

Apple ha recentemente investito grandi quantità  di denaro nella acquisizione di società  specializzate nel video e nell’ audio, con l’obiettivo di assicurare alla sua piattaforma gli strumenti necessari agli ambienti professionali, ma questi settori richiedono velocità , quanta più è possibile, mentre Motorola, come sappiamo, si focalizza sempre più sui processori per device embedded.

Di contro Intel e AMD riescono ogni mese a spremere maggiore velocità  dai loro chip, nelle loro roadmap presentano i mostruosi Itanium2 e Opteron, il gap di potenza pura (se ci basiamo solo sui Mhz) tra Mac e PC continua ad allargarsi, dei G5 continua a non esserci traccia e la prossima revisione della linea professionale Apple, che dovrebbe essere presentata a metà  Agosto potrebbe portare, con un piccolo speed bump, la velocità  a 1,2Mhz.
Sono sepmpre più lontani i giorni in cui Apple poteva permettersi di ironizzare sui Pentium-lumaca e le relative “tostature”: immaginate l’impatto positivo che potrebbe avere oggi una simile campagna, in concomitanza con “Switch”!

Nessuno dubita delle enormi potenzialità  di Jaguar, dell’uso di standard aperti, della maggiore semplicità  di utilizzazione che possono fare breccia nel vasto mercato consumer ma in alcuni settori professionali in cui le prestazioni si basano sulla presenza unità  di calcolo in virgola mobile ad alta velocità  la crescita in mhz è assolutamente necessaria.

In questi giorni però Jobs si è lasciato sfuggire un discorso sibillino, di cui vi abbiamo riferito, che lascia aperti molti spiragli in quella partnership Apple – Motorola che fino a qualche settimana addietro pareva inattaccabile.

E’ chiaro a questo punto che qualcosa deve accadere, ma cosa? L’elenco delle opzioni non è infinito, vediamole assieme:

– Motorola presenta una roadmap accettabile con speed bump consistenti per l’inizio del nuovo anno, e una data certa per i G5. A questo punto Apple può tergiversare ancora fino a quella data e poi sperare che non si ripresenti la stessa situazione in pochi mesi. E’ una ipotesi altamente possibile.

– Apple decide di mollare i PowerPc di Motorola per quelli di IBM, che mancano della unità  Altivec ma possono raggiungere frequenze superiori. E’ possibile che Apple comperi la licenza di Altivec da Motorola per girarla a IBM.
L’ipotesi di usare dei PowerPc senza Altivec è impraticabile: molti software professionali, soprattutto quelli per il video, sono ottimizzati per questa tecnologia, da cui traggono immenso vantaggio, e lo stesso OS X la usa.

– Apple passa al Power4 di IBM: si tratta di un processore velocissimo e destinato ai server (quindi ottimizzato proprio per il settore in cui Apple ha relativamente minor interesse), costosissimo e con un enorme consumo di energia, dunque sembra una ipotesi da scartare decisamente.

– Apple passa ad Alpha: è praticamente impossibile, Alpha era un processore dalle prestazioni fenomenali, ma è stato “ucciso” da Compaq, e non avrebbe senso scappare da una situazione complessa per infilarsi in una anora più ingarbugliata.

Resta una ultima opzione: la scelta di Intel o AMD.
In fondo Darwin, il cuore di MacOS X, già  esiste per la famiglia x86, e Raphsody aveva vista sviluppata una versione per PC compatibili, così come Nextstep.

Chiaramente, in questo caso Apple (che trae i suoi maggiori guadagni dalle vendite dell’hardware) non installerebbe il suo MacOS X su un qualsiasi PC, ma svilupperebbe una macchina almeno parzialmente proprietaria (immaginiamo almeno una rom “di controllo” e una sostituzione radicale a quell’accrocchio obsoleto che è il BIOS).
Con queste modifiche, la macchina non booterebbe i sistemi operativi concorrenti e regalerebbe una maggiore semplicità  di gestione a MacOS X.

I vantaggi: costi minori dovuti alle economie di scala, facilità  di porting sia dell’hardware che del software e la possibilità  di confrontarsi finalmente ad armi pari con Windows.

Gli svantaggi: Apple ha faticato immensamente a sfornare il suo nuovo sistema operativo, impiegando troppi anni e investendo miliardi di dollari, e, nonostante il risultato sia soddisfacente, ha una enorme base di utenza, grazie alla “longevità ” delle sue macchine che ancora viaggia con il system 9 o inferiori, addirittura moltissimi professionisti comprano le macchine nuove e utilizzano il 9.2.2 come sistema di partenza.

Il risultato è che esiste una quantità  di software scritta solo per i vecchi system che deve in qualche modo essere salvaguardata, di qui lo sviluppo di Classic, che è un pezzo di bravura notevole, ma è scomodo.
La domanda è: Classic funzionerebbe sui processori Intel e compatibili? Quanto costerebbe, in termini di tempo e denaro il suo porting?
La risposta non è facile, ma è assai probabile che si tratterebbe di una operazione non indolore.
Oppure… Apple aspetta che Classic non serva veramente più (e quindi che le rimanenti applicazioni pro come Xpress siano portate su X) per poter far uscire macchine che ne possano fare a meno?

Ecco, questo è il vero problema di Apple e la vera forza di Microsoft: Apple è passata dai processori Motorola 680×0 ai PowerPC, convivendo per anni con emulazioni lente (persino il system soffriva di questi disagi, essendo in gran parte emulato) che limitavano le performance di un hardware infinitamente migliore di quello Intel, e poi ha compiuto un salto enorme dai System a MacOS X, ancora una volta dovendo aggiungere strati di compatibilità  complessi.
Microsoft e Intel invece sono transitate con una costante e sostanzialmente indolore evoluzione dal DOS a Windows XP, dai 286 ai Pentium IV, riuscendo a garantire una buona compatibilità  dei processori e del sistema operativo.

Questo dunque è lo scenario, voi cosa pensate? Gradireste un passaggio a Intel – AMD o lo vivreste come un “tradimento”? Preferireste la standardizzazione di questa opzione, la travagliata convivenza con Motorola o un salto nel buio avventuroso con AMD o simili?

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[A cura di Marco Centofanti]

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