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Apple emoziona ancora: iPhoto

Gia’ durante la presentazione dell’applicazione, durante la scansione progressiva in cui Steve Jobs annunciava le caratteristiche del software per Mac OS X che e’ disponibile liberamente dal 7 Gennaio, era stato possibile comprendere come iPhoto potesse diventare l’anello mancante tra la fotografia digitale e la vita di tutti i giorni.

Chi scrive, come tanti altri neofiti o esperti di fotografia digitale ha da sempre un grande problema: quello di organizzare, catalogare, presentare, stampare il risultato dei propri scatti.
A che serve infatti avere la possibilita’ di realizzare un numero infinito di foto a costo zero (ovviamente se si fa il paragone con i costi del rullino e dello sviluppo) se poi si deve impazzire a cercare le foto piu’ belle e a scegliere come quando e dove stamparle?
Il fotografo digitale della domenica e’ in generale frustrato da questa sovrabbondanza di input, cosi come lo è un navigatore inesperto davanti al mare aperto, o il navigatore virtuale davanti alle infinite vie di internet.

Apple ha già  risolto da tempo il problema del videomaker digitale consumer: iMovie e’ la soluzione semplice, efficace, veloce alla organizzazione delle riprese video: personalmente prima dell’avvento del software Apple non ci saremmo mai sognati di montare le riprese delle nostre vacanze: troppo lungo, complicato e costoso utilizzare un programma specialistico come Premiere per uso personale.

Nel campo della foto digitale ci aspettavamo qualcosa di simile e lo testimonia questo articolo di un anno fa: era l’anello mancante per il completamento di una strategia a tutto campo.

Ma torniamo alla presentazione di Steve Jobs: oltre alla conferma delle nostre intuizioni, il disvelamento delle caratteristiche corrispondeva esattamente allo schema dei problemi che come fotografi digitali ci siamo sempre posti, abbiamo rivisto la nostra scatola delle scarpe dove teniamo i vecchi negativi, abbiamo ripensato alle giuste lamentele della consorte che ci rimprovera da tempo di scattare centinaia di immagini senza che poi si possano gustare in maniera tradizionale.
Il colpo finale ce lo ha dato la pubblicita’ che Apple ha studiato per la trasmissione televisiva: tocca volutamente i nostri affetti piu’ cari, il momento piu’ bello che la nascita di un figlio o di un nipote rappresenta e mostra al lavoro il classico “techno-geek” che sembra essere piu’ preso dalle macchine che dall’evento di per se straordinario di una nuova vita.
Ma il personaggio che armeggia con fotocamera digitale, che si porta l’iBook in ospedale, lo fa per condividere un momento di gioia, una sensazione irripetibile e indescrivibile, rappresentabile con una o piu’ immagini che nel tempo serviranno a richiamare quella situazione anche a chi non c’era o era dall’altra parte.

Confesso di versato qualche lacrima alla fine della presentazione, come molti dei miei vicini… certo, si puo’ piangere anche per qualcosa che per la sua funzione e’ uno strumento di marketing, ma si puo’ piangere anche perche’ vediamo la genialità  di qualcuno che comprende come rendere piu’ facile la vita degli appassionati del mondo digitale, che sa usare un linguaggio diretto e rilassato per contrapporsi al binomio frenesia/tecnologia.
Ho pianto anche perche’ ho rivisto me stesso circa 3 anni orsono, fare le stesse cose… con mio figlio Enrico che tanti miei parenti e amici lontani hanno conosciuto poche ore dopo la nascita attraverso il web

La sera dopo il keynote di San Francisco mi sono scaricato iPhoto e dopo la giornata spesa al Macworld nella tranquillita’ della camera d’albergo mi sono montato le foto del recente compleanno di Enrico, con la sorella Chiara, i cuginetti, i nonni… e sara’ stata la lontananza, sarà  stata la felicita’ di ricostruire attraverso la sequenza di immagini un momento felice, mi sono di nuovo commosso…

Steve Jobs alla fine della presentazione di iPhoto sul palco del Moscone Center ha detto “questo e’ cio’ per cui siamo qui”.
Questo e’ ciò per cui si puo’ trarre emozione dalla tecnologia, da un software ben progettato, facile da utilizzare e che trasforma lo stile di vita digitale non in una frenetica corsa all’accumulo di dati ma alla fruizione di sensazioni, alla condivisione della propria capacita’ di recepire, descrivere il mondo con le parole, le immagini, il movimento e la musica.

Condividere emozioni.
Grazie ad Apple per rendere questo più semplice.

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