Ci sono novità nella politica di gestione societaria di Apple. L’azienda di Cupertino ha annunciato, in primo luogo, che intende portare da cinque a sette il numero dei consiglieri di amministrazione indipendenti.
Il primo passo è stato compiuto la scorsa settimana con la nomina dell’ex vice presidente degli USA e già candidato alla presidenza Al Gore, ad uno dei due posti che si sono creati nel consiglio.
Una seconda misura di rilievo è la decisione della società di ritirare le 27,5 milioni di azioni concesse a Steve Jobs in forma di opzioni e sulle quali il CEO non aveva mai esercitato i suoi diritti. Jobs, restituendo in forma volontaria l’opzione, riceve in cambio 5 milioni di azioni che restano inattive per cinque anni prima di essere in reale possesso di Jobs. Le vecchie opzioni avrebbero imposto all’amministratore delegato di pagare per esse più di quanto non richieda il mercato. A differenza delle opzioni, che dovevano essere ritirate ad un ‘prezzo fisso’, i 5 milioni di azioni non costeranno nulla a Jobs e figurano a tutti gli effetti come un pagamento dilazionato a tre anni.
Apple, contestualmente e sulla base degli stessi motivi che hanno dettato il ritiro delle azioni di Jobs, ha poi concesso ai dipendenti di scambiare opzioni per azioni con valore di 25 dollari o superiore con un numero inferiore di azioni a prezzo di mercato.
Queste misure consentiranno ad Apple di tornare in possesso di circa 32 milioni di azioni.