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Apple, no ad un voto degli azionisti

Apple non intende conteggiare nell’amministrazione societaria le future stock option date agli impiegati e manager come un costo. Questo forse il più controverso dei dettagli che emergono dal documento quadrimestrale 10-Q presentato alla SEC (la Consob statunitense).

La decisione assunta da Apple appare in aperto contrasto con quando stabilito nel corso della recente assemblea degli azionisti che si erano espressi a maggioranza (116.337.358 voti a favore, 90.028.640 contro, 18.180.032 astenuti) a favore della proposta nel corso dell’annuale meeting che si è tento il 24 aprile a Cupertino
I richiedenti di questa opzione (la numero 5), la United Brotherhood of Carpenters and Joiners of America, portavano a favore del voto spiegazioni molto convincenti.

Lo stesso Alan Greenspan, il capo della Federal Reserve, (come si legge nel documento ufficiale d’introduzione al voto del 24 aprile 2003) avrebbe dichiarato “il non conteggio del valore delle stock option date ai dipendenti è una distorsione del mercato”; Warren Buffet, il guru di tutti gli investitori, ha espresso anche lui un opinione su questo tema: “si tratta certamente di un metodo legale ma anche improprio ed è usato dagli executive di alcune aziende, per gonfiare i propri bilanci, questi benefit sono un costo importante per le corporation e una gratificazione importante per i dirigenti, non c’è da stupirsi quindi che costoro si siano sempre opposti ferocemente ad un cambio del modo di guadagnare”.

Queste pur autorevoli prese di posizione però non hanno avuto la condivisione da parte del management di Apple. D’altra parte la scelta adottata da importanti, anche se poche, società  americane (come Coca-Cola, General Electric, Washington Post) avrebbe avuto un pesante riscontro sulle casse. Così Cupertino chiarisce nel SEC che non intende conteggiare in modo diverso il valore delle stock option fino a che, qualche ente preposto (la FASB – Financial Accounting Standards Board che non ha emesso niente di definitivo), non vorrà  assumere delle decisioni in proposito.

Venendo alle previsioni per il trimestre, sempre presenti nel 10-Q si apprende che Apple prevede una situazione sostanzialmente immutata per terzo quarto rispetto al secondo con un leggero declino delle entrate (valutato in circa 15 milioni di dollari).

Nello stesso documento si leggono i tagli di personale di Apple nel settore vendite e marketing per le sedi americane ed europee: 93 impiegati in meno (79 dei quali prima del termine del secondo quarto) con un risparmio totale di 2,4 milioni di dollari.

A margine segnaliamo dichiarazioni di Fred Anderson, CFO di Apple, che il 6 maggio ha partecipato alla “JP Morgan Tech & Telecom Conference” (è possibile ascoltarlo via RealPlayer a questo indirizzo http://www.mapdigital.com/jpmorgan/techtelecom03/archive/ram/apple_computer.ram).

Il responsabile delle operazioni finanziarie di Apple ha sottolineato la rilevanza dei negozi retail tanto da avere deciso di “controllare direttamente i punti di vendita e avere avviato diversi centri di formazione del personale in location chiave» Attualmente Apple ha 173 istruttori negli USA, 78 in Giappone e 29 in Europa e da tutti arrivano riscontri positivi.

Apple non pare affatto intenzionata ad arrendersi nel settore education, dove si trova in difficoltà . “Si tratta di un ambito – ha detto Anderson – che fa parte del DNA di Apple, fin da quando nel 1980 abbiamo cominciato a fornire un computer ad ogni scuola pubblica californiana. Ora seguiamo iniziative “one on one” con l’obiettivo di fornire un computer portatile ad ogni studente che lo può usare in ogni momento, allo scopo di eliminare il cosiddetto digital divide”.

Per QuickTime sono previsti altri campi d’espansione, come nel settore nel quale Apple conta di valorizzare QTVR “per realizzare panorami fisici e medici da studiare”

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