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Apple vicina ad una mezza vittoria in Francia

Anche la Camera dei deputati francese potrebbe approvare la versione “mitigata” della legge sui diritti digitali sottoscritta dal senato transalpino. Questo quanto si apprende da un articolo pubblicato qualche minuto fa dall’agenzia di stampa AP che fa il punto sulla controversa vicenda che coinvolge direttamente anche Apple e il suo iTunes Music Store.

Come noto il parlamento francese, su inziativa del Governo, ha dato il via all’esame di una nuova legge per la regolamentazione dei diritti digitali; la norma inizialmente prevedeva l’obbligo di rendere interoperabili i sistemi Drm, e quindi per Apple di aprire obbligatoriamente le canzoni di iTunes ai player della concorrenza. La legge è stata successivamente ammorbidita in seconda lettura dal Senato che ha ammesso la possibilità  per i detentori dei sistemi di tutela dalla copia di rifiutare l’apertura dei Drm se previsto dagli accordi con i fornitori dei contenuti (come le case discografiche).

Quest’ultimo comma, molto discusso e al centro di polemiche, sembra ora poter resistere anche dopo l’approvazione della versione definitiva. A lasciar trasparire questa ipotesi lo stesso primo firmatario della legge Christian Vanneste. “E’ perfettamente legittimo * ha detto in una intervista ad Ap * che il possessore dei diritti di un brano chieda di limitare l’utilizzo del suo lavoro”.

Sembra, dunque, allontanarsi lo spettro di un ritiro dal mercato francese di iTunes, ipotesi non del tutto remota visto che Apple non era per nulla convinta di dover aprire per legge Fair Play. Ma se qualcuno comincia a tirare un sospiro di sollievo, altri, come le associazioni dei consumatori francesi sono però molto critiche. “Se ne stanno lavando le mani”, ha detto sempre ad Ap Frederique Pfrunder di Clcv, la principale associazione francese per la tutela dei diritti dei consumatori.

Ma anche la Bsa la Business Software Alliance, un’associazione che stava dalla parte di Apple nel chiedere che la legge fosse modificata, non pare del tutto convinta. “Le case discografiche * dice Francisco Mingorance, a capo dell’associazione * avendo maggior peso nelle trattative potrebbero pretendere un incremento dei costi di licenza e danneggiare i consumatori”

La legge, dopo le modifiche apportate dal Senato e la nuova lettura alla Camera dei deputati dovrebbe essere definitivamente siglata dal senato prima di diventare effettiva.

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