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Arte ed iPhone, la tela digitale nel mondo della mobilità 

Tela d’artista digitale. Tavolozza virtuale. Un ponte tra la creatività tradizionale e quella che passa per i bit. A chi pensa che i telefoni servano solo per telefonare non penserebbe mai che stiamo parlando di un cellulare, ma chi pensa che i telefoni servano solo per telefonare non ha mai visto un iPhone. A credere nell’iPhone come perfetto taccuino personale per scrivere annotare e anche, appunto, disegnare e dipingere sono in molti; basti pensare a quanti sono i pittori, i disegnatori, i vignettisti che lo stanno utilizzando per trasferire dall’analogico al digitale pensieri e immaginazione. Tra i tanti che stanno migrando il tratto e la pennellata sul touch screen del telefono della mela c’è Massimo Scognamiglio.

Artista e imprenditore, oggi direttore creativo di una nota web agency, ma anche utente e appassionato Mac fin dagli albori, Massimo dipinge, appunto, con iPhone. Una esperienza che, come racconta ad Macitynet, è iniziativa quasi per caso, anzi per forza: «Sono stato vittima di un grave incidente e ho trasferito la mia creatività sullo schermo di iPhone. È stata una sorpresa, anche per me stesso, scoprire quanto era facile, naturale ed intuitivo usare il display per dipingere». Massimo usa il ben noto Brush per i suoi dipinti in digitale: « è perfetto per gli artisti. Semplice ma immediato. Con poche funzioni ma calibrato per lo scopo. Mi ricorda le primissime versioni di painter per Macintosh»

Ma perché usare iPhone invece che altri strumenti? « Lavoro da sempre con tecniche miste (pittura classica, acrilico acquerello) con quelle digitali con le quali ho cominciato ormai trent’anni fa con lo zx81 (1bit) passando poi all’apple ][ (quasi 8 bit) al mac 128, fino ai modelli di oggi. Quando è arrivato iPhone è stato naturale metterci le mani e provare ad usarlo per lo stesso scopo e per  due motivi, uno implicito, la sua estrema portatitlità, un altro legato alla grande empatia che crea il multi touch. È più di una tela, è un’iper tela che permette il tocco del bambino con uno strumento capace di ricreare (non simulare) una – nuova – tecnica pittorica. Molti artisti e illustratori nel mondo ora utlizzano l’iPhone non come strumento di fortuna ma come porta di accesso ad una nuova tecnica pittorica. Migliore delle tavolette grafiche per sensibilità nel rapporto tra artista, supporto e strumento»

Usare l’iPhone, è qualche cosa a cavallo tra il moderno e l’inusuale, ma non assolve l’artista dalla sua missione: creare qualche cosa di originale che nasce da una condizione dell’anima. Nel caso di Massimo  questa condizione è nata anche da una esigenza anche fisica. «Come ho detto ho cominciato con iPhone restando disteso a letto. Questo ha creato delle immagini che riflettevano non solo un’idea ma un punto di vista insolito: un letto… dinamico che grazie ad iPhone era connesso con il mondo in continuo ed in tempo reale. Sono nate così le mie opere che suscitano curiosità non solo perché realizzate con una tecnica che ai più risulta insolita ma perché raccontano un mondo in istantanea via iPhone. I dipinti che ho realizzato sono ritratti, racconti e paesaggi. Alcuni sono quasi acquarello altri sono più “pop” ma tutti raccontano un mondo che da interiore, grazie all’iphone diventa estremamente esteriore. Istantaneo ma non vacuo».

In questi giorni il mondo iPhone sta migrando ad iPad, un dispositivo che all’apparenza sembra ancora più adatto, non fosse altro che per il fattore di forma, ad essere un successore naturale erede dell’iPhone e anche Massimo sta guardando al tablet e non solo per lo schermo più grande. «L’iPad evidentemente fa parte di un ecosistema e questo è un plus non un minus. Vive in simbiosi con l’iPhone (che più versatile e con occhio sul mondo in più: la fotocamera). Il punto d’incontro è per certi versi il Macintosh ma più per motivi tecnici di sincronizzazione. In realtà sempre di più al centro c’è l’informazione, il cloud computing, e un nuovo paradigma che vede il contenuto al centro, senza difficoltà o rigidità. L’iPad è un nuovo modo di vedere la manipolazione delle informazioni che un tempo si chiamava informatica. L’economia sistema che Apple sta costruendo
da dieci anni da quando ha cominciato a spostare il suo business dall’hardware al software alla pura informazione. E per l’artista tutto questo è il massimo: l’artista trasforma la
realtà, utilizza gli strumenti facendoli propri.  L’iPad – come già nella musica – anche nelle arti visive rappresenta un salto enorme. La tavoletta grafica era un corpo estraneo ad uno strumento potentissimo ma poco empatico come il computer. Solo talune versioni di Photoshop erano equilibrate tra funzionalità ed ergonomia di utilizzo. Oggi Photoshop è uno straordinario strumento per tecnici. L’artista a mio parere dovrebbe scegliere l’iPhone o l’iPad».

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