Il record dello spam è degli USA. Ben il 56,6% della posta indesiderata a livello mondiale arriva proprio dall’America, non sorprendentemente visto il dominio che questo paese esercita su Internet. A consegnare la poco ambita corona è Sophos, una società specializzata in prodotti che combattono proprio lo spam.
Alle spalle degli USA il Canada (un altra nazione ‘penalizzata’ dalla forte penetrazione di Internet) con il 6,80%, Cina e Hong Kong (6,24), la Corea del Sud (5,77%) e l’insospettabile Olanda (2,13%. Seguono Brasile (2%), Germania 1,83%), Francia (1,50%) e Gran Bretagna (1,31%).
L’Italia, un po’ sorprendentemente, è fuori dal giro delle nazioni che contano nel campo dello spam. Il nostro paese, forse per la mancanza di una cultura di Internet, l’ancora scarsa penetrazione delle connessioni fisse e ad alta velocità , la scarsa padronanza della lingua inglese (indispensabile per pianificare campagne a tappeto via Internet), è solo ventunesima con lo 0,54%, dietro addirittura alla Svizzera e davanti al Cile.
Sophos, però, ammonisce a non prendere troppo puntualmente queste statistiche. I produttori di spam utilizzano ormai tecniche molto sofisticate così da usare per la spedizione computer di utenti ignari dell’uso che viene fatti da essi. Ad esempio la Russia è riconosciuta come una delle maggiori produttrici di posta indesiderata ma figura solo come ventottesima nella classifica di Sophos. In questo caso chi utilizza questa irritante tecnica di marketing e promozione dei prodotti, evidentemente, si ‘impadronisce’ di computer collocati in altri paesi del mondo per perpetrare i suoi fini.